Doriana scrive al papa: “…povero Giuseppe, papà puro e putativo..” – Annunciazione, annunciazione, Gabriele ha dato la buona notizia a Maria … ma gliela avrà data pure a Giuseppe?
Per il sant’uomo a Roma, quando ero piccola nel quartiere Trionfale – di trionfo solitamente ce n’era poco – sui grandi marciapiedi venivano posti infiniti banchi di frittelle alla crema, qualcuno finiva sempre intossicato ma la festa era davvero bella e “gustosa”, un anticipo di primavera. Non mi ponevo allora negli anni ‘50 sapere come il padre di Gesù avesse avuto un figlio, tanto meno Maria, se era vergine oppure no… Eppure il “problema” è tornato fondamentale, fare figli costa, costa sopratutto allevarli e per la Chiesa questo è da controllare: l’amore libero dalla riproduzione e riproduzione non controllata. Fosse paura che invadiamo noi, con o senza famiglia, i Giardini del Vaticano?
La storia della coppia non è allegra per niente ma giurano in molte e molti che avevano profonde affinità spirituali. Niente sesso ma tanto silenzio, si sa per certo: la fissazione di entrare nelle camere da letto dove non solo si dorme, è sempre stata una regola di comportamento canonico, in Oriente ed Occidente. Quella che solo risalta è la presunzione dell’ Umiltà di questo falegname, forse anche carpentiere e della moglie casalinga: divenne la Sacra Famiglia, migrante tra la Galilea e l’Egitto, non certo per vacanze last minute.
Lui venne creduto padre di Gesù, che invece era stato lo Spirito Santo…., ed a Maria toccò la sorte di rimanere vergine, per tre volte, come il prima il durante e il dopo parto. “Nel Vangelo di Matteo leggiamo che a Giuseppe viene attribuito il titolo di “giusto”. Esso qualifica Giuseppe, che aveva deciso di separarsi da Maria quando aveva conosciuto che aveva concepito per opera dello Spirito Santo. Tale decisione non era dettata da un sospetto, come spesso si legge, ma esprimeva, invece, il “rispetto” verso l’azione e la Presenza di Dio, tale da spiegare la fiducia che gli venne conseguentemente accordata, per mezzo dell’angelo, di tenere con sé la sua sposa e di fare da padre a Gesù. La giustizia di san Giuseppe suppone in lui un’adeguata preparazione dello Spirito Santo. Allo stesso modo che Maria non si è trovata per caso a fare da madre a Gesù, ma era stata “progettata” allo scopo, come si ricava dal dogma dell’Immacolata Concezione, così si può logicamente ritenere che “Dio nel suo amore ha predestinato Maria per san Giuseppe, san Giuseppe per Maria, e tutti e due per Gesù. Se Dio ha pensato con tanto amore a Maria come madre del Redentore, ciò non fu mai indipendentemente dal suo matrimonio verginale con Giuseppe; egli non ha mai pensato a Giuseppe se non per Maria e per il suo divin Figlio, che doveva nascere verginalmente in quel matrimonio” (C. Sauvé)
Ma torniamo alla festa del 19 marzo, il san Giuseppe del quartiere Trionfale a Roma, a due passi dove c’è oggi il Tribunale e la Tv , confinava con i campi dove si andava a fare cicoria e vecchie falegnamerie, si chiamava per questo quartiere Prati: c’erano vigneti e canneti, poi i ” Prata San Petri”, e poi guarda un po’ la toponomastica…gli Eroi del Risorgimento che combatterono contro il Potere Temporale Pontificio.
“Durante tale processione venivano addirittura cantati dei versi scritti dall’attore Checco Durante nel 1950:
“San Giuseppe frittellaro tanto bòno e tanto caro tu che sei così potente d’aiuta’ la pòra gente tutti pieni de speranza te spedìmo quest’istanza”. Ai quali faceva seguito la richiesta di grazia: “O gran santo benedetto fa’ che ognuno c’abbia un tetto; la lumaca affortunata se lo porta sempre appresso fa’ ppe’ noi pùro lo stesso. Fàcce cresce sulla schìna una camera e cucina”.
Date le mie origini paterne senesi, non posso non citare che il 19 marzo è anche Il Palio dei Somari che si svolge ogni anno a Torrita di Siena la prima domenica buona successiva, per la religiosa festa di San Giuseppe e laica del Papà…
“Il Corteo Storico accompagna al campo di gara il Palio, accolto trionfalmente dai contradaioli presenti nelle tribune e nell’ aria sale la tensione per la sfida. Dalla sacralità e maestosità del Corteo Storico si passa alle variopinte e calorose espressioni di attaccamento ai propri colori, alle grida di incitamento ed alle urla di scherno rivolte agli avversari. Nel clamore fa ingresso in piazza l’atteso protagonista della Manifestazione. Il Somaro anzi gli otto Somari a rappresentate le Contrade che si disputeranno l’ ambito premio: il cencio del Palio”. “Con i somari non c’è mai da esser certi: potrebbe anche intestardirsi, disarcionare il fantino e fermarsi per dispetto a un passo dal traguardo”.
Dice un proverbio che dove l’asino è caduto una volta, non cade più, eppure qualcuno crede ancora che gli asini si rialzano e volano… E siccome si sa che l’appetito vien mangiando… non sarà meglio assaggiare una frittella e amarsi con un po’ più di carnalità e meno verginale pudicizia, almeno per un giorno Santità? E facendo attenzione anche se un antico detto dice che: “Figliuole e Frittelle, quante più se ne fa, più vengon belle”. Dal momento che io fantasticamente sono nata da una sola mamma e un solo papà , chiedo al papa senza accento: Progettateci di meno, meno Divina Pietà…
Doriana Goracci