Una maiala, cinghiali, istrici, topi, cani.. ed un solo bambino – Vita quotidiana nel paese virtuale dei perenni lavori in corso che non finiscono mai, lo chiamano Calcata!
Anche stamattina, come al solito, sono uscito dalla mia tana negli sprofondi per avventurarmi sulle piane di Calcata nuova. Almeno c’è il sole anche se l’aria è pungente. Nella piazza Roma, dei perenni lavori in corso, noto alcune macchine che stanno fumosamente partendo, in ognuna c’è una sola persona, stranamente non conosco nessuno di questi autisti, ormai non so nemmeno più io chi abita qui al borgo, così non oso chiedere un passaggio per risparmiarmi la salita e mi dirigo come al solito verso la prima tappa, la via della “Riserva Stabile Utilizzabili” (RSU), ovvero dove sta la raccolta delle immondizie del paese vecchio.
Questo è il 2° o 3° giorno che osservo un paio di cassonetti riversi a terra, mezzi squagliati dal fuoco, con la loro mercanzia oscena riversa sulla strada in tufo che segna l’inizio del parco. “Evidentemente –mi dico- stanno ancora indagando sull’autore del misfatto e lasciano le prove aperte per far uscire il malfattore allo scoperto”. Ed infatti un cartellino firmato dal solito malfattore è lì d’appresso, ignorato… come le cattive abitudini. Ad esempio quelle di infierire verso certi animali, noto infatti un gatto decapitato ed arrostito tra i rifiuti bruciati, evidentemente ricordo di qualche triste rito anti-animalista.
Sono costretto a questa liturgia quotidiana della visita alla mondezza per vedere se qualche anima pia ha lasciato delle rimanenze di cibo per la mia maiala vietnamita. Da quando Capellone me l’ha lasciata tanti anni fa (vedi storia sul sito) sono obbligato ad occuparmi di lei, nutrendola e aggiustando di tanto in tanto i danni che fa sul terreno (ed ai recinti) in cui risiede Purtroppo stamattina ho trovato solo un minuscolo sacchettino appeso al chiodo con dentro poche cocce d’arancia e qualche guscio d’uovo, il tutto praticamente in commestibile.
Pazienza, mi dico, mentre osservo le sostanze fuoriuscenti dai secchioni strinati, in mezzo a cui s’intravedono diversi resti alimentari, la gente preferisce continuare a gettare gli avanzi alla nettezza urbana piuttosto che fare una buona azione che richiede un minimo di lavoro selettivo, dal che risulta un vantaggio per le orde di topi…. che hanno così di che nutrirsi e prolificare. E pensare che la spesa di smaltimento della nettezza urbana è a carico di noi tutti contribuenti, e la messa in discarica viene pagata a peso d’oro dal Comune, sarebbe quindi un risparmio pubblico poter togliere qualche chilo dal conto, come sarebbe utile –ad esempio- evitare di gettare nei secchioni residui organici di potature, cenere ed altri elementi facilmente assorbibili nel terreno, purché venisse reperita un area di compostaggio. Ma nessuno lo fa, solo io e qualche altro disperato raccoglie ad esempio le cassette di legno vuote, per ricavarne combustibile per la stufa. A Calcata vecchia vi sono 60 abitanti ma si raccolgono più immondizie che se fossero 60 mila e sapete perché? Per via del massiccio turismo del fine settimana e delle rimanenze che ne derivano, soprattutto per via dei locali che forniscono servizi. Ecco lì infatti, scatoloni pieni di bottiglie vuote, sacconi abnormi gonfi di tovaglioli di carta, scatolette, confezioni varie, resti di verdure e di cucina, etc. etc. insomma Calcata vecchia è una fabbrica di immondizia continuata, ma solo una o due persone si ricordano della mia maiala….
Fa nulla, così va il mondo! Mentre son lì che medito sulla triste sorte consumista del paesello, rammento la passeggiata che ho fatto ieri mattina con il mio nipotino Sava, l’unico bambino abitante al borgo (ci sono solo alcune femminucce ma di maschietti solo lui). In fondo qui la gente non viene per metter su famiglia, quasi tutti o sono gay e scapoli oppure non hanno figli. Comunque ieri mentre passeggiavo con Sava verso il Tempio della Spiritualità della Natura, facendo lo slalom fra le cacate dei numerosi cani che sono condotti qui lungo il sentiero di Via Narcense per soddisfare i loro bisognini, mi sono accorto delle numerose buche ed escavazioni fatte dai cinghiali caucasici che da alcuni anni sono padroni dl territorio. Mio nipotino, che malgrado abbia solo 3 anni ormai se ne intende, mi spiegava “questa buca è dei cinghiali, questa e questa e questa sono della spinosa (che è il nome popolare dell’istrice)…”. Intanto osservavo come anche il sentierino interno del tempio fosse diventato impraticabile e non solo per i cinghiali e le istrici ma perché mio figlio vi è passato con la motozappa e la terra è ancora tutta smossa. Insomma se non sono i cinghiali sono gli uomini ma la terra pare non avere riposo!
Mi sono un po’ disperso nel racconto ed ora non ricordo nemmeno qual è il discorso che volevo fare stamattina…. Ah, ecco, si tratta della campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco a Calcata ma ormai sono esausto e non posso continuare, la storia ve la racconterò un’altra volta…. Anche perché è appena venuto a trovarmi mio nipotino e debbo occuparmi di lui, andremo a farci la solita passeggiata….. nel parco….
Paolo D’Arpini