“… 8 marzo 2009 raccontato a 2 mani, con una mente ed un cuore…” – Memoria di quanto è avvenuto a Calcata, al Circolo Vegetariano, ed a Mazzano Romano, in biblioteca, per celebrare la gloria ed il sacrificio della donna….
La giornata dell’8 marzo 2009, è stata per me, che amo le donne, particolarmente densa di emozioni ed eventi. La forte presenza ed energia femminile si respirava nell’aria, resa dolce da un tepido sole araldo della primavera.
La cosa che mi ha fatto più piacere è stata l’abbondanza e bontà del cibo portato dalle persone che sono venute a trovarmi: una signora di Trevignano di cui non ricordo il nome indiano che si è data ma che significa “primo raggio di sole” (forse Rajiv?), un’altra amica di vecchia data, Caterina, vedova di un amico giornalista che lavorava all’AGI (ultimamente si è un po’ ingrassata ma la dolcezza femminile ed il dolce sorriso miope la fanno apparire ancora giovane), una famigliola composta da moglie, Mariagrazia, marito, Fulvio, due bambini di pochi anni, Gabriel e Ruben, che ho contribuito a comporre, consigliando qualche anno fa alla coppia di sposarsi (mi piace la parte del mezzano che combina matrimoni, anche con altre coppie l’ho fatto). A pranzo, al tavolone di legno a pianoforte sotto l’acacia, c’era anche il mio nipotino Sava, ho scoperto così, vedendolo assieme agli altri bambini, che è veramente un piccolo selvaggio, biondo e ridente… mangiava con le mani e si muoveva senza alcun galateo… mi son sentito orgoglioso di lui.
Dopo un po’ sono venute anche Laura e la sorella Barbara. Poi siam partiti senza aspettare altre visite di amiche, che ci hanno dato buca, verso la valle e ci siamo immersi in un verde smagliante, allontanandoci così dai rumori perversi (la chiamano musica) di un concertaccio organizzato da certi sderenati in piazza (la solita scusa, ed anche questa della festa “alla” donna è valida, per far bordello e caciara inutile e perversa). In effetti nella piazza Roma e sulla provinciale, con tutte le macchine parcheggiate per tre kilometri in salita ed in discesa, sembrava di stare al Borgo Pio un giorno di “giubileo…”!
Completato il rito della passeggiata, che stavolta è stata più breve del solito, ci siamo salutati davanti ad un cappuccino e subito dopo, tre di noi, siamo partiti per Mazzano dove alla Biblioteca c’erano ad attenderci le donne di AMART, con una bellissima manifestazione culturale, con diapositive e lettura dedicata a Artemisia Gentileschi, la pittrice del ‘600 (contemporanea di Giordano Bruno), c’è stata anche una brevissima traccia teatrale da “la Casa delle Bambole” di Ibsen ed uno stralcio di un documentario sulla storia del femminismo, in cui si è vista la prima manifestazione storica dell’8 marzo tenuta a Roma a Campo de Fiori il 1972.
Infine ho concluso questa bellissima celebrazione al femminile a casa di Luisa, dove c’erano atre bellissime donne ad attendermi, con cibi luculliani e musica suonata e cantata da un amico, Paul, mezzo libanese e mezzo francese….
Non dico altro, a mezzanotte quando son tornato a casa ho fatto appena in tempo a sciacquarmi i piedi stanchi e buttarmi sul letto fra le coltri ristoratrici e la carezza di un sogno colorato.. Oggi è un altro giorno!
Paolo D’Arpini
……………………. seconde mani:
E’ il primo anno che partecipo ad un 8 marzo alternativo. Dopo qualche sporadica esperienza di ormai 10/15 anni fa in cui qualche amica ti chiamava per una uscita di solo donne che aveva perlopiù il sapore della “boccata d’aria” usata nelle carceri, avevo deciso che tutto sommato era più gratificante, seppur con tutte le problematiche annesse e connesse, passare l’ 8 marzo in compagnia dei miei 3 maschi piuttosto che assistere imbelle a tanto squallore. Questo fino ad oggi.
Conosco ormai da un anno il Circolo Vegetariano VV.TT. e le esperienze vissute nelle manifestazioni fino ad oggi organizzate sono state gradevoli, interessanti, intelligenti, istruttive, non avevo quindi grandi dubbi, quando mi è arrivato il programma, su quello che avrei fatto in questo giorno. E quale non è stata la mia gioia quando ho letto che veniva inserito un evento organizzato dall’Associazione AMArt che ripercorreva le vicende personali di Artemisia Gentileschi. Una donna che nel ‘600 è riuscita con forza d’animo, coraggio e ostinazione a raggiungere, seppur portandone tutte le ferite, la gloria e la libertà, questo bene supremo a cui tutti aneliamo. Un bene che ai nostri giorni sembra scontato ogni donna, e ogni essere umano in genere, abbia; ma se solo avessimo il tempo di fermarci a leggere la storia di Artemisia ed altre storie, e analizzarle con occhio più attento, capiremmo che mai la verità è ancora così lontana.
Violenze psicologiche e sessuali sono ancora tristemente all’ordine del giorno. Nonostante questo, ben ha detto Patrizia Peron, graziosa ed intelligente Responsabile della Biblioteca di Mazzano che ha ospitato l’evento, quando ha detto “Se oggi mi trovo in queste condizioni sicuramente più paritarie e più facili da affrontare, lo devo a donne come Artemisia che hanno lottato in prima persona, e le ringrazio”.
Questo è stato il mio 8 marzo “alternativo” e per tutto questo devo dire grazie ad un uomo. Credo comunque che questo era già scritto nel mio destino perché alcune settimane fa mentre preparavo il mio lavoro per la mostra di Giordano Bruno mi è venuta alla mente Artemisia Gentileschi e d’impulso avevo scritto la poesia che riporto.
………..
Bruchi,
si confondono come fiori fra
rami di Artemisia,
grappoli avvolti in catene attendono
con paziente inganno la liberazione.
Vita come un lampo abbagli
coi colori rubati all’arcobaleno
e già non senti più il peso.
Il pensiero è leggero
per volare alto con ali di farfalla.
Laura Lucibello