Calcata – Vita, morte e miracoli…. Oh grande meraviglia, la vita continua, malgrado tutto..!
Affisso alla bacheca a fianco del baretto, sotto l’edificio comunale di Calcata nuova, stamattina ho trovato l’avviso per i festeggiamenti del Carnevale Calcatese “Oggi, 21 febbraio 2009, alle h. 15.30, partenza dei carri mascherati, da ex Centro Sportivo Montorso, al suono della Banda La Riciclata, segue arrivo nella piazza Risorgimento (sotto al Comune stesso), conclusione alla palestra comunale (sempre nella stessa piazza) con cappellacci e brindisi”.
Leggendo queste informazioni una parte della storia di Calcata è flashata nella mia mente…. Mi sono rivisto a fianco dei carri che scendevano giù al paese vecchio, io ancor giovane pimpante e mascherato da “viveur”, con una bombetta in testa, me voilà mentre ballo con le ragazze di Calcata nuova, quelle che cercavano sempre marito e che solo a carnevale folleggiavano un po’ con chiunque… Poi mi son ricordato di quel carnevale delle “carrettelle” in cui ognuno aveva costruito un suo mini carretto usando carriole, carrelli, carrozzelle, carretti…
E poi ancora -ma fuori del carnevale- al Montorso, in piscina, come i “signori” a prendere il sole ed a farsi docce all’aperto, sgamare le carni tonde delle bonazze di Faleria e Calcata, gelati sorbiti sul ciglio della vasca, ragazzini dispettosi che spruzzano acqua tuffandosi a fianco degli astanti, astuti approcci galleggiando al fianco delle bonazze, che nell’acqua pareva dimenticassero ogni reticenza paesana, stavano in acqua e non sulla terra… quindi potevano parlare, sorridere, ammiccare… magari anche farsi palpeggiare un po’.
Oggi, questi pensieri mi accompagnano mentre consumo il solito cappuccino e brioche quotidiana, attorno a me noto che vi sono solo maschi, e tutti di una certa età, persino in giro per il paese –fatalità- incontro solo pensionati sgualciti, le rade signore girano in macchina senza nemmeno far caso ai passanti. “Ma dove son finite tutte le donne di Calcata? Dov’è scomparsa la joie de vivre e di far baldoria? Altro che carnevale, sembra di stare appresso ad un funerale….”:
Ed in effetti alla parete di un palazzo noto anche un avviso a lutto “La famiglia….tal dei tali.. ringrazia”. Ma non è per questo che l’aria e l’atmosfera sono cambiate, no! Perché di gente che nasce e muore ce n’è ogni giorno… No, c’è qualcosa che non va nella nostra società. La società non è più una società è diventata un’accozzaglia di singoli che cercano di barcamenarsi in solitudine e far finta che di tanto in tanto han qualcosa da fare insieme. Non c’è afflato, non c’è condivisione, non c’è nemmeno speranza… i giovani non lavorano e vivono con le pensioni dei vecchi, le donne non parlano con la gente per strada perché sono stranieri, anche quelli che conoscono da tant’anni sono stranieri….
Ciò non ostante, camminando come se nulla vi fosse di diverso o strano, passo davanti alle persone che incontro e le saluto tutte, una per una, “ciao… buongiorno… heilà..”. Oppure dispenso sorrisi e cenni con le mani, al peggio almeno uno sguardo di sottecchi! Sì, la vita continua ed a peggiorarla non ci si guadagna nulla!
Ecco, di ritorno al paese vecchio, vado a governare la maiala (che noto un po’ dimagrita), recupero un vecchio tronchetto che stava marcendo, è di un nocciolo secco che era legato ad un cancelletto nel recinto dove c’era la somara Fantina (anche Fantina è morta… da tanto tempo), con il legno sotto al braccio passo nella piazza, oggi è sabato ma l’afflusso turistico è quasi assente, un piccolo capannello all’angolo, la macchina di servizio dei carabinieri, i soliti cani randagi che stazionano sull’asfalto, gli eterni lavori di restauro e rifacimento dell’impiantito che mai finiscono….
Per fortuna i miei due gatti sembrano ignorare tutto questo turbinio di pensieri, per loro è un giorno come un altro, quando arrivo mi accolgono stiracchiandosi al sole… è arrivato il momento della colazione… finalmente!
Paolo D’Arpini