Il computer sprizza sprazzi di gioia e di malinconia mentre lo inondo della memoria di questo San Valentino 2009, dedicato a te che leggi….

Questa giornata merita di essere preservata nel ricordo del Circolo, oggi 14 febbraio, la presenza consapevole è molto forte, anche tra le fibre ottiche di questo computer si percepisce e fuoriesce con dolcezza, come l’acqua che viene descritta nella poesia che conclude questo scritto. Mi predispongo a conservarne la memoria, nel cuore, dedicando questo racconto agli amici che mi hanno accompagnato nel pensiero e nella forma….Sono tornato da poco dalla passeggiata di San Valentino, un gruppetto sparuto di 4 persone, belle ed attente ai messaggi della natura. La giornata è stata ventosa ma limpida, come si addice ad un giorno in cui si respira il desiderio della primavera. Abbiamo scovato un poggetto assolato, riparato da vento, da dove si osservava Calcata in gran lontananza, non le case solo la mole e i profili. Quella mezz’ora di tepore e di pace, sotto un alberello di olivo selvatico, ci ha ripagati della fatica dell’arrampicata, ci siamo sentiti come gli uomini primitivi che arrampicandosi sulle rocce cercavano riparo e protezione. All’andata avevamo notato due grotticelle affiancate, sembravano occhi di un gigante di pietra che ci guardava dall’alto di una rupe. Infatti i due pertugi stavano a mezza costa di un dirupo, ci siamo chiesti “come avranno fatto ad entrarci dentro?”. Un amico architetto, mezzo siciliano, mezzo calabrese ed anche un po’ napoletano che era con noi ci ha raccontato che in Sicilia aveva visitato una bellissima valletta in cui su una parete di roccia c’erano moltissime grotte sospese nel vuoto, gli antichi abitatori preistorici le usavano per riparo calandovisi con corde o scale pensili…. così anche noi ci siamo immaginati quel mondo mentre dall’altura guardavamo Calcata in lontananza e ci godevamo il sole. Più in basso la stradina e le rupi piene di frane causate dalle orde di cinghiali caucasici, ormai padroni del territorio, ci faceva cogliere il senso di avventura e di pericolo che forse avranno percepito anche i nostri progenitori di fronte alla natura selvaggia ed agli animali selvatici. Bell’esperienza davvero, e bei racconti e fantasie ci siamo scambiati nella quiete di quel tempo fuori dalla calca di Calcata.

“Ed è subito sera!”. Il computer sprizza sprazzi di gioia e di malinconia mentre lo inondo della memoria di questo San Valentino 2009, dedicato a te che leggi….

Paolo D’Arpini

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