“Furore… “ di Enzo Marzo, laico rimasto senza casa – Ma la laicità è come il vento il suo campo d’azione è il cielo aperto, libero da legami!
Messaggio ricevuto:
Ignazio Marino, per aver condotto una campagna di civiltà liberale per Eluana, è stato punito dal Pd che lo ha cacciato dalla Commissione Sanità del Senato e lo ha sostituito con una cattolica oltranzista favorevole al progetto della maggioranza sul testamento biologico. Se, prima della “porcata Veltroni” sulla legge elettorale europea e della defenestrazione di Marino, militare nel Pd e/o votarlo erano un grave errore, d’ora in poi sono soltanto indecenza e complicità con il cinismo clericale e i modi brutali e sbrigativi della più pericolosa classe dirigente che calchi la scena politica. La quale riesce a fare più danni dello stesso Berlusconi, che almeno non maschera i suoi conati eversivi, mentre questa uccide speranze e valori, masochisticamente distrugge i potenziali alleati, rende perenne la vittoria dell’avversario, ne assimila i peggiori usi e costumi, crede d’ingannare l’elettorato con una melassa ipocrita. Ora che questi tristi figuri si sono collocati a destra di Fini e rivendicano la loro concorrenza al Porcellum di Calderoli, non ci resta che aspettare che l’astensionismo o altre scelte facciano in mille pezzi quell’accozzaglia di interessi più disparati, anche sporchi, che osano chiamare partito democratico.
Enzo Marzo - ( www.criticaliberale.it )
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Risposta:
Come nel romanzo epico di John Steinbeck il fratello laico Enzo Marzo titola il suo intervento “Furore…”. Questa sua è la furia di uno spirito libero, di un libero pensatore, che si sente privato di ogni stabile supporto politico. I laici in Italia sembrano scomparsi dalla scena. La loro presenza è oscurata si a destra che a sinistra, la lettera di Enzo lo conferma. … Ma noi laici onesti e sinceri possiamo veramente considerarci scacciati e vilipesi dalle istituzioni? La nostra famiglia laica non è come quella famiglia descritta in Furore che ha la sola alternativa di scappare nel deserto su un camion sgangherato, con il morale a brandelli, con il padre storico che avvizzisce e tace sconfitto dai ricordi, con la rabbia di volersi rifare sul sistema… No, noi laici possiamo e dobbiamo mantenere il lume acceso dell’intelligenza e della consapevolezza. La nostra luce non può essere nascosta per paura che venga sopraffatta dalle tenebre, anzi deve essere esposta nella sua minuzia ed insignificanza, nella sua incongruenza con le ragioni pragmatiche e ideologiche di questa società furba e di visione corta.
Il nostro lume non potrà mai trionfare nelle istituzioni corrotte sino al punto in cui esse sono corrotte, non possiamo prendercela con i tempi oscuri altrimenti reagendo oscuramente anche noi saremmo cooptati nell’oscurità delle convenienze… dei compromessi, come è avvenuto ai verdi, come è avvenuto ai socialisti, come è avvenuto a tutti gli affetti da “ideologia” e “religione”. L’idealità laica non è mai conseguibile in una forma, se assume una forma vuol dire che è morta. Il laico naviga sempre a vista!
Non preoccupiamoci, dico ad Enzo Marzo, di esporre il nostro lumicino minuto alla furia dei venti gelidi della stupidità umana, non copriamolo con le giustificazioni pragmatiche dell’ottenimento contingente, con speranze astensioniste o peggio ancora revansciste.
Se così facessimo, se così -per timore della sconfitta- indulgessimo nel sotterfugio di sotterrare nascostamente i nostri talenti, nulla ne nascerebbe di certo. I talenti sotterrati non fruttificano, lo imparò persino Pinocchio…
Prendiamo invece ad esempio (dal punto di vista della simbologia umana) la parabola della lampada sotto al moggio, teniamola accesa e restiamo vigili, così da poter essere riconosciuti da chi cerca quella luce. La luce della ragione laica non è un messaggio… è cosa viva e come tale può essere solo trasmessa.
Tanto si sapeva già che Veltroni e Berlusconi finiscono per ….oni!
Paolo D’Arpini
12 febbraio 2009 alle 19:40
Ti ringrazio, ma non mi hai convinto. Non bisogna né confondersi con gli altri né abdicare. Bisogna agire “come se” il mondo fosse diverso da quello che è, “come se” potesse esistere una politica diversa. Io non sono iscritto al pd, né lo sono stato ai partiti che lo hanno composto; anzi, ancora prima che nascesse ho espresso da facilissimo profeta come sarebbe andata, inevitabilmente. Conoscevo l’inettitudine e il cinismo dei suoi dirigenti. Ora hanno superato ogni livello di civiltà politica. Non vedo grandi alternative e viene davvero voglia di scappare, ma non per rifugiarsi nel deserto ma per fuggire da quello in cui ci hanno ridotti. E’ proprio questa tentazione che dobbiamo battere. Non mollare mai, nessuna torre d’avorio ci potrebbe contenere. enzo marzo