Liguria che frana…. scrive Oscar Marchisio! Peccato –dico io- una scenografia naturale così bella varrebbe la pena conservarla….
Ricordo quando tornando dalla Francia in autostop passai sulla litoranea che congiunge Saint Tropez a Montecarlo e poi arriva in Liguria. Avvenne allorché reduce da un avventuroso tour de France, durante il quale visitai Parigi ed il midì e un sacco di altri posti tipo Tolone, Tolosa, Montpellier etc. etc. Infine esausto e senza forze per la fatica del viaggio epico (altro che crociate…) mi trascinavo con in mente solo il ritorno.. Beh essere passato da tanti luoghi altisonanti non aggiunge gloria alla mia storia personale, anche se quelli erano i tempi di Paris la nuit, di Brigitte Bardot e della dolce vita a Montecarlo (alla Buscaglione ovviamente) non è che io abbia vissuto chissà quali avventure… Di Parigi ricordo i lungo Senna ed il Louvre e le turiste tedesche rimorchiate, della costa in langue d’Oc ricordo il vento, le rocce dure, gli alberi stagliati nel cielo, le decapitabili piene di femmes et hommes bonnes vivantes che non si fermavano mai ed io ore ed ore sotto il sole cocente ad aspettare… altro che dolce vita…
Però una memoria piacevole mi è rimasta.. la gioia finale di aver superato la frontiera, quando alfine riuscii a rientrare entro i confini della mia bella patria italica. Ed allora potetti godermi anche il panorama ligure, rivedo gli strapiombi sul mare, le piccole spiaggette pietrose, i paesini arroccati sui cucuzzoli, la maestà e bellezza precaria di un paesaggio che pareva appeso lì da un coreografo un po’ folle.
Me voilà, mais pourquoi je vous dit toutes cettes choses en cet moment là? Il fatto è che proprio oggi ho ricevuto una lettera in cui si parla della Liguria e della precarietà del suo habitat geologico. La notizia mi è arrivata tramite una newsletter che si chiama “Il Provinciale”, mi è piaciuto questo nome ed il taglio narrativo della notizia. Dovete sapere che anch’io una ventina d’anni fa lanciai un giornale, in carta stampata che purtroppo uscì solo nel N° 0, che appunto si chiamava Il Provinciale. … ma questa storia ve la racconterò un’altra volta… e ritorno alla Liguria, una bella Regione, in passato per motivi di lavoro l’ho visitata spesso poiché facevo il rappresentante di una ditta di Genova: la Bebé Confort. In più c’è un amico del Movimento Uomini Casalinghi, Antonio D’Andrea, che ha un piccolo centro di accoglienza casalinga a Triora, il paese delle streghe, lo conoscete?
Basta, non mi dilungo oltre e passo alla notizia ricevuta oggi da: ilprovinciale@gmail.com - Via: ecologia@peacelink.it
Vostro affezionato, Paolo D’Arpini
Liguria, la più fragile delle regioni. Da Ospedaletti ancora un segnale: Liguria regione a rischio.
Ospedaletti, il 3 febbraio u.s. ennesimo drammatico segnale, frana una strada, in relazione agli scavi per il porticciolo turistico. Quattro auto travolte, mezzo milione di danni. Si scava, si modifica l’assetto idrogeologico, si violenta ancora un’altra volta la costa ligure, preziosa e delicata linea di confine fra mare e montagna.
Da tempo andiamo dicendo che la “cementificazione”della costa ligure non è solo un disastro per il paesaggio e per il turismo, ma sarà sempre di più un problema di sicurezza e di rischi di disastri ambientali. Il piccolo assaggio “disastroso” di Ospedaletti indica che la Liguria è la regione fra le più fragili, quella più esposta agli effetti devastanti che i cambiamenti climatici produrranno nei prossimi anni.
I segnali, ahimé, ci sono e molto evidenti ma l’insipienza del ceto politico e la devastante irresponsabilità dei cosiddetti imprenditori portano alla distruzione del territorio e alla messa in crisi del sistema ecologico. Infatti dobbiamo leggere ed osservare i “segnali”che la natura ci sta dando e imparare e attrezzarci per affrontare la crisi climatica che nei prossimi anni colpirà l’Italia ed in particolare la Liguria, regione fragile ed esposta alla violenza della natura.
Proprio in questi giorni infatti, oltre alla frana di Ospedaletti, evento molto mediatico, vi sono stati “segnali”più deboli ma molto più critici per l’ecologia ambientale ligure. Infatti la Liguria più delle aree del Piemonte, della Lombardia, ha subito una violenta scarica di piogge, con un rain-rate medio di 25 mm e punte di 80 mm.
In particolare nell’entroterra di Genova sul Passo del Turchino si è registrata la precipitazione più abbondante: tra la mezzanotte del 15 gennaio e le 12 del 16 sono scesi 300 mm di acqua. Oltre alle precipitazioni, assolutamente critiche e con enormi scariche di acqua, nel Genovese ci sono stati forti colpi di vento, con una punta di “downburst”attorno ai 100 Km a Quinto.
Questo evento critico ha sollevato barche dal porticciolo e le ha spostate in secca sulla spiaggia, distrutto arredi e scoperchiato il tetto della scuola pubblica. Questi sono i “segnali deboli” della natura che dobbiamo ascoltare con attenzione e preoccupazione, spostando tutta l’iniziativa politica per realizzare ancora quanto possibile per salvaguardare il territorio della Liguria, fragile ed esposto più del Piemonte e della Lombardia ai violenti cambiamenti climatici che sempre più frequentemente si verificheranno nel Mediterraneo, colpendo la nostre Regione.
La Liguria, proprio perché più esposta al flusso instabile sud occidentale e dove si manifestano con più rapidità le masse d’aria umida, deve diventare la Regione modello sia per il controllo del territorio per l’assetto idrogeologico e sia per l’energie rinnovabili. Gestione del ciclo delle acque e energie rinnovabili, assetto del territorio e Piano regolatore del mare, deve essere le priorità sia per Ospedaletti che per San Remo come per tutta le Regione.
Oscar Marchisio