“Aeroporto, aeroporto……” – Correndo verso l’aeroporto di Viterbo Guido Scapigliati si è scapigliato tutto …. Concorso letterario in corso!
Cos’è una novella disfida di Barletta? Una lotta all’ultimo sangue fra Orazi e Curiazi?
Macché, si tratta di un vero e proprio agone letterario che contrappone poeti della vecchia e nuova guardia, tema: l’aeroporto di Viterbo.
Finalmente stamattina la fatica di salire fino su al paese nuovo di Calcata, una quotidiana Canossa alla quale volontariamente mi sottometto, è stata ricompensata da una eccitante notizia (rubacchiata sul giornale mentre acquistavo acqua e marmellata allo spaccio)…. Ho letto che Guido Scapigliati del comitato “pro” aeroporto di Viterbo ha rotto ogni indugio ed è passato all’attacco delle retrive truppe dell’opposto comitato “contro” l’aeroporto di Viterbo. Lo ha fatto con una vena letteraria degna di Brecht e Petrolini. Le sue espressioni meritano una attenta lettura da parte di tutti lettori. Altro che Catiliane di ciceronica memoria, altro che arguzie alla Perry Mason, meglio delle arringhe del compianto pubblico ministero Di Pietro (nei suoi momenti aurei), meglio di…
Ma non voglio esagerare… anche perché mi trovo in disaccordo poetico con lo Scapigliati, sono un suo antagonista per la conquista della palma ambita di “miglior paroliere” in questo melodramma aeroportuale. Premetto che non faccio parte di alcun comitato, né a favore né contro, che –anzi- nemmeno sono stato invitato al forum sui Cimini di cui Scapigliati parla.. ed addirittura talvolta mi sono espresso favorevolmente verso la costituzione di un aeroporto di servizio interno e turistico, a livello regionale o nazionale, nella Tuscia (preferibilmente sulla costa e non nella città di Viterbo, per ovvi motivi…). Quindi sono quasi un osservatore in questa diatriba che oppone gli “avversi comitati”… ma il mio spirito poetico è stato solleticato dal “pezzo magistrale” di Guido (un nome da cavaliere di ventura, tipo: Dalle Bande Nere) e non posso fare a meno di sfidarlo sul genere dell’espressione forense con il mio precedente appello “una corsa verso l’autolesionismo” in cui informavo i viterbesi sui risvolti della costituzione di un aeroporto “low cost” nella loro bella città.
Perciò, sia per una par condicio sia per ottenere il giudizio dai lettori su questa competizione letteraria nella quale mi sento coinvolto, invito a ponderare sui due testi “ostili”.. il primo è quello dello Scapigliati, apparso oggi, 7 febbraio 2009, sulle pagine del Nuovo Corriere Viterbese il secondo in coda è il mio, apparso sulle pagine del (vecchio) Corriere della Sera del 6 luglio 2007. Buon divertimento!
Vostro affezionato, P.D’A.
………..Ecco, odo squillar di trombe:
Aeroporto – ecocatastrofisti e ottusi medi a convegno! Siamo alle solite, mentre tutte le istanze pubbliche e private della Tuscia trovano quella coesione d’intenti vera, sana e schietta per il raggiungimento dell’agognato aeroporto, gli ecocatastrofisti gli ecosfascisti ti organizzano un convegno contro l’aeroporto in quello che era uno dei più bei castelli dela Tuscia: il castello Ruspoli di Vignanello. Scegliere il castello Ruspoli, dimostra la “lungimiranza” di costoro. Quello che un tempo, purtroppo ormai molto lontano, era un formidabile maniero circondato da sontuosi giardini e fortificato con imponenti bastioni, oggi versa nel degrado assoluto e mostra impunemente le cicatrici con cui il tempo, impietoso, ha sfregiato le sue nobili vestigia. Non si vuole accusare apertamente nessuno, anche perché la manutenzione di una simile costruzione è certamente onerosa e, ne i proprietari ne le pubbliche istituzioni preposte possono assolvere pienamente a tale scopo. Si pensi però, semplicemente riuscendo a guardare un poco più avanti di quanto l’ottuso medio possa fare, al numero di europei che, con un aereo, raggiungerebbero la Tuscia in meno di due ore. Si pensi all’incredibile opportunità di crescita e sviluppo che un aeroporto potrebbe offrire. Si immagini, fra le infinite offerte che tour operator qualificati, potrebbero vendere, ad esempio al tour dei castelli della tuscia: Vignanello, Vasanello Soriano, Bomarzo, Montecalvello, Roccalvecce, Roccarespampani, Vulci, Bolsena ecc. ecc… Che ne dite, arriverebbe qualche euro? Si potrebbero trovare i fondi sufficienti, in pochi anni, per i restauri a regola d’arte di tali manieri ? Debbo continuare ? Mi risparmiate il fronte occupazione che un forte impulso turistico comporterebbe? Sappiano costoro: ecosfascisti, eco catastrofisti, ecobohh (quelli che ormai non piove più ….) , ecottusi medi che, noi, innamorati veri della Tuscia, non faremo sconti a nessuno, tanto meno a loro. Li combatteremo in tutte le sedi e cercheremo sempre il più ampio consenso popolare, per toglierci di torno, una volta per tutte, l’ecoidiozia che per oltre trenta anni ha immobilizzato un’intera nazione. Via dallo spleen via dall’ennui, vogliamo perseguire con tutte le nostre forze e con tutto il nostro cuore l’ideale. Guido Scapigliati, Comitato pro aeroporto di Viterbo
————————- e qui udite le nostre campane:
Corsa verso l’ autolesionismo. Così chiamerei la foga con la quale i nostri amministratori litigano e sgambano per arrivare primi all’ aeroporto. Una scena tragicomica alla Fracchia che corre all’ ospedale per farsi amputare una gamba ed un braccio per accontentare il padrone. Da parecchio tempo seguo la vicenda degli sgambetti istituzionali per aggiudicare l’ aeroporto a Viterbo. Come se questa fosse la soluzione ai problemi della Tuscia. Mi aspettavo che qualche voce saggia e lungimirante si levasse per indicare il male incombente di questo snaturato progetto ma invano. Son costretto a prendere la parola per evocare il rischio di uno scalo low cost (eufemismo che in realtà vuol dire «alto costo» in termini di pollution). Non voglio menzionare dati tecnici sulla quantità in metri cubi di gas inquinanti, questo lo lascio fare ad altre associazioni amanti dei numeri, basterebbe chiedere agli abitanti di Ciampino o Fiumicino se son contenti delle condizioni in cui si trovano. Voli low (or hight) cost significa emissione pazzesca di gas serra sia per l’ atterraggio che per la partenza, significa sorvolo a bassa quota del territorio, significa susseguirsi di boati acustici, etc. Insomma sarebbe come far di Viterbo il crocevia del traffico equivalente a 10 autostrade del Sole, oppure come avere 50 piste di Vallelunga in cui i bolidi girano e girano notte e giorno continuando a far rumore, emettendo sporcizia e fumo nero. E poi che vantaggio ne avrebbe il territorio – realmente – aumenterebbe forse il turismo? No di certo, giacché lo scopo dei viaggiatori non è quello di sbarcare a Viterbo bensì quello di arrivare a Roma al più presto con bus navetta o taxi, un andirivieni continuo, quindi di sicuro altro inquinamento per la Città dei Papi e non si salverebbe da tale disastro nemmeno il territorio sorvolato in continuazione da aerei in giro di attesa per l’ atterraggio. Invito alla riflessione i politici double side (destra-sinistra) così avidi della primogenitura di questo mostro, che si studiassero lo stato dell’ ambiente globale, che si interrogassero sul futuro dell’ economia possibile, sulle risorse vere, sul rispetto verso le generazioni future, sul destino non ineluttabile della Tuscia di accogliere solo scomodi servizi (a vantaggio di chi?). Paolo D’ Arpini, Circolo Vegetariano di Calcata (Viterbo)