Autostrada Livorno – Civitavecchia, Tolfa, Tarquinia, Onano, Montalto di Castro…. quando le arterie dividono invece che unire… Scambio epistolare sulla vivibilità umana in Tuscia
Le strade nella civiltà degli Etruschi avevano lo scopo di collegare in un reticolo, seguendo le vie naturali di comunicazione, il territorio circostante. Poi i Romani affermarono l’importanza delle strade come trait d’union fra luoghi distanti, seguendo tracciati veloci e diretti, trascurando cioè il territorio circostante. Ancora oggi nella Tuscia si combatte per seguire uno o l’altro metodo di contatto. Ogni qualvolta che si vuole costruire una superstrada od autostrada immediatamente sorge una protesta locale, nella consapevolezza che in tal modo il territorio viene “tagliato” con una ferita dolorosa per l’organismo della comunità, la vita comunitaria peggiora e si drammatizza la qualità della vita ed il senso della collettività.
Un esempio viene dall’intenzione governativa di completare la litoranea tirrenica da Livorno a Civitavecchia. Una fettuccia che -secondo i detrattori- creerebbe un distacco fra la costa e l’entroterra e invece –secondo i fautori- aiuterebbe i commerci ed il turismo (di massa). Certo si tratterebbe di un turismo veloce ed i commerci sarebbero limitati alle grandi distribuzioni ma in questi momenti di crisi ci si arrabatta con tutto, pur di agitare le acque della ripresa economica. Insomma si vuole ravvivare il morto…. Ed in effetti nel momento storico in cui viviamo è possibile e necessario “mantenere in vita” il corpo in catalessi, altrimenti tutto crolla e buonanotte al secchio! Questa società viene gestita dai poteri del mantenimento dello status quo o dell’imbellettamento del marcio (come ne medioevo si usava profumare il corpo senza mai lavarlo). Va beh, lascio la parola all’amico che mi ha scritto… e più avanti riprendo con un mio commento.
Paolo, come stai? Ho scritto due “stupidate” sull’autostrada (www.viviviterbo.it): “La Tuscia chiede asilo politico”. Mi farebbe piacere un tuo commento-intervento in merito. Ciao, Redattore Anonimo (ma conosciuto)
Dopo il convegno/conferenza del Codacons esplicativo del ricorso No all’autostrada Civitavecchia – Livorno , sto andando al convegno organizzato dal comitato liberi cittadini. Lascio l’auto nel parcheggio fuori le mura ed entro dalla porta che immette in pieno centro storico proprio in Via Delle Mura. La giornata è fantastica, limpida azzurra, dopo giorni e giorni di pioggia ed umidità. Superate le Mura, salgo fin sul giardino e mi giro a vedere il panorama mozzafiato che ci riserva il punto di vista da quell’altezza. A sinistra i monti della Tolfa e Civitavecchia, al centro la Marina di Tarquinia e poi, spostando lo sguardo verso destra, Montalto di Castro, Capalbio, L’Argentario; in lontananza sul mare l’Isola del Giglio e Giannutri.
Cerco di immaginare come potrà modificare il paesaggio la prevista nuova autostrada: facendo le debite proporzioni con l’impercettibile movimento dei mezzi e l’impatto dell’attuale Aurelia,da qui (700/1000 metri in linea d’aria), poco o nessun impatto. Certo, però, ben altra cosa l’osservazione ravvicinata. E le aziende agricole ed abitazioni coinvolte ? Meglio No all’autostrada: la colata di cemento ci sarà comunque. E poi, se l’autostrada non si è fatta fino ad oggi…
Viaggiando da Orte nella superstrada verso Civitavecchia sabbiamo bene che, da decenni, il percorso si interrompe in maniera inspiegabile nei pressi di Vetralla. Percorrendo l’autostrada da Roma verso Civitavecchia, qui nuova interruzione, immissione sull’Aurelia e ripresa a Grosseto con una superstrada.
Un qualsiasi turista/utente della strada, nonché un extraterrestre che potesse osservare la toponomastica di queste vie di comunicazione, confrontati con l’intera rete stradale Italiana, non farebbe altro che pensare che la brusca interruzione delle suddette percorrenze, oltre che illogiche, sono un’anomalia un po’ bizzarra dovuta a popolazione/politici incapaci….. I critici però non sanno che il blocco delle strade è stato una scelta avveduta ed oculata degli amministratori e popolazione locali. Dovevamo salvaguardare il nostro paesaggio incontaminato e bellissimo: non siamo mica come i toscani e liguri che hanno un’autostrada litoranea da Grosseto fino alla Francia!
Ma perché allora, forti delle convinzioni ambientaliste, siamo stati così deboli da permettere la Centrale ENEL di Torre Valdaliga e Montalto di Castro ? E quelle orribili costruzioni nella zona artigianale del Vecchio consorzio e del Consmaremma a Tarquinia..ed il cementificio a Montalto di Castro, a cui aggiungere il bunker antiatomico di Montalto di Castro spacciato per Teatro Polivalente; e, spostandoci all’interno e solo a titolo d’esempio, le fantastiche caserme e l’ospedale di Belcolle sui Monti Cimini; tralasciamo cave e cementifici vari.
No autostrada. Ma tutte le altre porcate ?
No autostrada: abbiamo a cuore il paesaggio.
Nella Tuscia abbiamo realizzato fra le migliori zone turistiche d’Italia a Marina di Tarquinia e Montalto di Castro: due centri residenziali con abitazioni perfettamente integrate nella natura e nella pineta, nel rispetto sia di quest’ultima che delle costruzioni. Però, tanto per dimostrare chi siamo, abbiamo costruito dei bei grattacieli all’inizio dei due centri: mica potevamo essere da meno di punta Perotti a Bari.
Certo senza autostrada almeno abbiamo preservato la nostra salute dall’inquinamento automobilistico: sorbiamoci soltanto i fumi concentrici delle suddette centrali di Civitavecchia e Montalto di Castro. La più alta miscela di veleni in Europa!
Speriamo che sulle etichette dei prodotti alimentari, possa bastare l’indicazione Made in Italy, perché se fossimo costretti a mettere “Made in Italy: zona di produzione Tarquinia Montalto di Castro, Tuscia”, i consumatori di tutto il mondo, sempre più attenti a certe tematiche, i nostri peperoni, oli extra/vergine, meloni, asparagi, carciofi, finocchi, pomodori, ceci del solco dritto, lenticchie di Onano, vini, li farebbero mangiare/bere soltanto a noi viterbesi. Meglio il Made in China… meno inquinato.
Va beh.. nella Tuscia abbiamo deturpato aria ed ambiente più che con 10 autostrade trasversali … Però (ironicamente) siamo stati premiati dall’eccezionale sviluppo turistico locale: poiché nel viterbese non vi sono adeguate vie di comunicazione, i turisti vengono più volentieri…. E’ risaputo che le nostre strutture turistico alberghiere non sanno come far fronte all’eccezionale afflusso e richiesta di prenotazioni (tutto da ridere….)! Quindi No all’autostrada:lo conferma il Codacons che ha presentato ricorso al TAR. Motivazione: difetti di forma e legali.
Non siamo stati interpellati. Noi e le popolazioni locali.
Ma il Codacons ha interpellato la popolazione locale ed i consumatori italiani sull’argomento (chissà se Rienzi legge..)?
A Tarquinia, coordinatore dell’attività della suddetta Associazione dei consumatori è l’imprenditore Enrico Benedetti, già premiato come “amico dei consumatori”: in un colpo solo Enrico Benedetti è portatore delle istanze dei consumatori e degli imprenditori locali (Giano bifronte..)! Il suo dubbio è :” Ma l’Autostrada serve proprio a noi cittadini, utenti, consumatori, imprenditori locali o a qualcun altro?” Ed inoltre :”Costruire l’Autostrada a Tarquinia, giudicata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è come costruire una discoteca a San Pietro!”.
No all’autostrada: lo ribadisce il Comitato Liberi Cittadini che non vuole aggiungere nuovo degrado a quello già esistente. Lo riaffermano trasversalmente alcuni esponenti politici sia di destra (Membri dell’opposizione del Comune di Tarquinia), che di sinistra (On. Luigi Daga) con toni polemici violentissimi contro governo (Autostrada per interessi personali) e amministratori locali (Marrazzo ha barattato l’autostrada con i finanziamenti per la sanità). Attendiamo con ansia lo scontro fra Parroncini e Sposetti: mica vorranno litigare solo per l’aeroporto?
Ed Italia Nostra di Nicola Caracciolo? Lui ed i radical chic di Capalbio non muovono un dito per le autostrade numerosi e fiorenti nelle loro città d’origine dove vivono e lavorano abitualmente. Ma qui vengono in vacanza ed a riposarsi: non vogliono essere disturbati e, naturalmente: No all’autostrada….
Ehm… già, ma: se riusciremo a bloccare l’autostrada, in contropartita non dovremo accettare una bella Centrale Nucleare (già prevista e pendente sulle nostre teste)? Alla fine del convegno, andando verso il parcheggio dell’auto, ho rivisto- ormai sera – lo splendido panorama notturno della Tuscia Marina . Mi ha preso una tristezza amara.
Tuscia amata e bellissima, perché non ti sposti in Toscana, Liguria o Lombardia? O chiedi asilo politico alla Russia, Francia o Brasile?
Autostrada SI-NO-FORSE. Già mi sono rotto i… Non parteciperò più ad un altro convegno/dibattito sull’autostrada Civitavecchia – Livorno….
Redattore Anonimo (ma conosciuto)
Caro Redattore Anonimo (ma conosciuto), ho letto tutto il tuo resoconto, anche se è inframmezzato qui e lì da “sbarre trasversali” capisco che è tutta una memoria riflessione in varie fasi. Il senso mi è chiaro e mi piace anche la forma di racconto personale con tutte le implicazioni annesse e connesse. Hai fatto una bella lista di sfregi ambientali e di ipocrisie politiche. Dal punto di vista della descrizione sono d’accordo con te, il Codacons può essere strumentale ed altrettanto potranno esserlo altri soggetti… Forse solo i liberi cittadini di Tarquinia, malgrado l’isteria, rappresentano una verità. Certo non sanno più come fare a fermare il degrado del loro territorio e si oppongono quindi a tutto in toto.. Ma è una reazione comprensibile, per i vari motivi di deturpazione alla Tuscia da te evidenziati.
E poi… mi pare che tu abbia profuso eccessivo pessimismo nella storia, non dai spazio a qualche minima alternativa di speranza. Magari sei nel giusto, che speranze possono dare i marpioni che ci governano e che pensano solo a distruggere ulteriormente il territorio (guadagnandoci sopra…). Ma poi credi veramente che questa autostrada porterebbe un minimo vantaggio alla popolazione locale, ai commercianti, agli albergatori, ai contadini che vogliono vendere il vino e l’olio? Non credo che l’autostrada porterà alcun vantaggio a loro, quello che servirebbe per lo sviluppo della comunità locale sono le strade trasversali che uniscono capillarmente il territorio, più mezzi pubblici integrati, più accoglienza accessibile nei vari paesi. Tutto ciò manca e manca un tessuto sociale di convivenza spicciola, mentre tutti si rivolgono alla grande distribuzione alle grandi arterie, alla grande comunicazione (vedi progetto aeroporto) che non comunica nulla… E’ una società bacata e malata di indifferenza… e superficialità. Noi possiamo inneggiare alla sopravvivenza economica della popolazione ma noi stessi non siamo in grado di viverla per noi… Guardati attorno chi lavora oggi nei nostri paesi? Qui a Calcata si vive solo di indotto passivo. Nessuno lavora la terra, nessuno fa un mestiere, nessuno si sporca le mani, nessuno vuole impegnarsi di testa, e se è così a Calcata (intendo al anche al paese nuovo non solo quello vecchio) che era un villaggio in cui vivevano tutti di sopravvivenza lavorativa e solidale nel giorno per giorno…. figurati altrove, figurati a Montalto, figurati a Tarquinia….
Ritengo però che nel nostro piccolissimo dobbiamo continuare a mantenere un minimo di ragionevolezza e buona volontà e fiducia nelle capacità dell’uomo di riscattarsi dal torpore delle comodità fasulle e delle finzioni sociali in cui si sta cullando. Ecco, questa è la mia opinione, del momento….
Ciao, Paolo D’Arpini