Calcata, Viterbo, Lazio – Questa è democrazia? – Casa mia, casa mia per piccina che tu sia tu sei sempre…. – Tornei elettorali in corso e germani reali che tornano a casa!
Mancano ancora sei mesi ai nastri di partenza ma è già iniziata la frenesia elettorale. Nel Lazio si voterà quest’anno per il rinnovo dei consigli e dei sindaci in molti comuni, Calcata compresa. In provincia di Viterbo –che mi è la più vicina- si strigliano i cavalli, si spolverano le insegne, si gonfiano i Sancho Panza…
A Nepi il sindaco Vita dopo un mandato durante il quale ha ricevuto solo critiche annuncia “…siamo più forti che pria… e mi ricandido” – A Civita Castellana dove Giampieri ha già esaurito i due mandati canonici si ode “… alla Regione Lazio mi spetta un posto da consigliere.., dopo tutta l’esperienza maturata!” E quale sia questa esperienza lo sappiamo tutti, l’essersi limitato ad accondiscendere all’opposizione popolare contraria alla discarica ed inceneritore sul territorio civitonico. Ma non solo nell’Agro Falisco gli inceneritori e le discariche sono divenuti motivo di qualificazione elettorale, succede anche ad Acquapendente per non parlare del territorio cornetano e litoraneo etrusco.
Ma il punto non è questo, il punto è che andare a fare l’amministratore è diventato un mestiere estremamente redditizio, l’unico che garantisce forti guadagni puliti da tasse ed affini. Le prebende, stipendi ed i rimborsi degli amministratori, fermandosi a questi senza voler considerare i vantaggi indiretti, sono un’entrata ragguardevole.
Chi, avendo uno straccio di laurea od anche un semplice diploma da dentista, non vorrebbe guadagnare come un nababbo invece di fare il medico condotto od il cavadenti part time? Conviene candidarsi a tutti i costi, se si entra in un consiglio comunale ci sono buone possibilità di guadagno, anche se si è all’opposizione ci sono le commissioni, le consulte, le parrocchie, le proloco, etc. Se infine si entra in maggioranza, allora ecco le deleghe, gli assessorati, le presidenze di questo e quello. Per non parlare di chi conquista uno scranno nel consiglio regionale che vale più di uno in parlamento, egli avrà anche le mani più libere ed in pasta…. Il sottogoverno –si sa- rende più del governo (che tra l’altro è controllato strettamente dai capi politici a vita, soprattutto con il nuovo sistema elettorale a “nominazione” dei partiti)!
Tutti quelli che cercano il “posto” sgomitano e sgambano, leccano e inneggiano, si prosternano e supplicano… poi ottenuta la palma, la mano della principessa in palio, allora da bravi vincitori e novelli Masaniello potranno guardare dall’alto in basso il popolo bue che li ha votati… (tanto quest’anno entriamo pure nell’anno cinese del Bue di Terra). Il popolo bue vota e gli eletti magnano.
I giornali di questi giorni sono già pieni di dichiarazioni elettorali, si vede che la politica tira più della fica… eppure si diceva che “..tira più un pel di fica che un carro di buoi…” Ma le situazioni cambiano….
Stamattina mentre andavo al solito baretto del paese nuovo per il mio cappuccino caldo ho incrociato un uccello strano lungo la salita di Via della Lira, avvicinandomi ho visto che si trattava di un germano col ciuffo, un uccello da collezione, evidentemente era scappato da qualche voliera dei paraggi e solo una persona ha voliere con volatili rari a Calcata, la moglie del professor Paolo Portoghesi. Mentre salendo mi avvicinavo il germano si postava un po’ timoroso ma appena superatolo si è rimesso tranquillo in mezzo alla strada come aspettando qualcuno.. Dopo un po’, lasciatolo alle mie spalle, lo sento starnazzare e vedo che goffamente mi risupera, appresso lo segue una donna filippina che lavora dalla signora con l’ombrello aperto in mano che lo incita a salire, per indirizzarlo verso la stradia ove si trova il recinto. Le chiedo “.. ti è scappata la papera, è tua?…” – ” è della signora…” Mi risponde e prende in mano il telefonino per chiamare aiuto. Capisco che non ci sa fare per niente con gli animali e superata con “nonchalance” la papera, che stava scappando verso il centro abitato, lentamente la re-indirizzo con gentilezza verso la stradina giusta… la donna mi ringrazia e ripone il telefonino in tasca… intanto un paesano che stava lì ad osservare, rivolto al paperotto, commenta scherzoso… “a casa, torna a casa, nel recinto… che lì se magna…”.
Cari germani reali con il ciuffo… a voi il messaggio!
Paolo D’Arpini