Protesta contro il Vaticano che non è disposto a firmare la proposta del Presidente francese Nicolas Sarkozy presso le Nazioni Unite a favore della depenalizzazione universale dell’omosessualità, contemporaneamente consigliando sincretismo sessuale ai “gay”….
In quanto laico non posso fare a meno di appoggiare la proposta del presidente francese Sarkozy per l’abolizione del crimine di “omosessualità”. Infatti l’essere umano, in una visione spirituale laica, non può essere discriminato né per la differenza di colore, né per il genere, né per la propensione sessuale, né per il credo, né per qualsiasi altra ragione legata alla concettualizzazione e separativa della comune appartenenza alla specie umana. Ed è proprio in questa visione che invito gli organizzatori della marcia di Roma 2009, denominata “gay pride” di cambiare etichetta. Infatti è necessario che la segregazione non venga sottolineata in alcuna forma e che secondo un criterio di “pansessualità” si inneggi alle pari libertà espressive. Propongo che la manifestazione assuma il nome di “Marcia per la pari dignità sessuale (oppure pansessuale)”.
E per la verità la denominazione “gay” con l’aggiunta “pride”, fa molto separativo ed è esattamente il contrario di quanto si vuole esprimere in termini di eguaglianza e pari diritti di donne, uomini e variegate forme ed atteggiamenti espressivi inseriti nella teoria della pansessualità.
Per quanto riguarda invece l’ipocrisia vaticana, che condanna ogni forma di sessualità (sia etero che omo) per poi vivere una sessualità deviata e contorta che tiene conto solo del non figurare all’esterno ma che si manifesta occultamente all’interno della chiesa in forme perverse, affermo che è giunto il tempo che vengano esposti i panni sporchi della sua millenaria vergogna e che sia finita qui con la falsa morale papale e con la discriminazione sessuale e spirituale perpetuata nei secoli.
Comunione non significa mettere un’ostia in bocca, comunione vuol dire condividere spiritualmente l’umanità in tutte le forme riconoscendo in essa gli aspetti della stessa divinità creatrice.
Paolo D’Arpini
21 gennaio 2009 alle 12:59
Gay Pride per la Depenalizzazione Universale dell’Omosessualità
di Peter Boom
Il prossimo Gay Pride a Roma bisogna farlo passare per piazza Pio XII (territorio italiano) con una lunga sosta.
1) Per protestare contro il Vaticano che non è disposto a firmare la proposta del Presidente francese Nicolas Sarkozy presso le Nazioni Unite a favore della depenalizzazione universale dell’omosessualità.
2) Per aver assassinato e reso la vita impossibile a moltissimi omosessuali attraverso l’uso della parola (Alfredo Ormando docet).
3) Per la continua ingerenza nella politica italiana ed internazionale, che incredibilmente dà ancora ascolto ad una gestione immorale di una religione che possiede l’unica banca non controllata nell’Unione Europea, che ha favorito i numerosi atti di pedofilia dei preti attraverso il segreto imposto.
Insomma, una chiesa che in un paese normale dovrebbe vergognarsi di aprir bocca e che con i suoi mistificanti florilegi nasconde i vizi ed i crimini propri.
Per il Gay Pride di quest’anno a Roma bisognerà invitare, tutti i Capi di Stato, i ministri degli Esteri, delle Pari Opportunità e gli Ambasciatori dei paesi che hanno firmato per la depenalizzazione universale dell’omosessualità, a partecipare con la loro presenza a piazza Pio XII per far comprendere che i paesi non firmatari non possono essere considerati paesi pienamente civili e democratici.
Vogliamo per questo ringraziare il Presidente francese Nicolas Sarkozy ed altresì il ministro degli Esteri olandese Maxime Verhagen che ultimamente ha convocato il nunzio papale François Bacqué per chiedere spiegazioni per le aberranti parole pronunciate da monsignor Celestino Maggiore presso le Nazioni Unite.
Speriamo di poter contare sulla presenza del “Presidente della Speranza” Barack Obama, sulla partecipazione del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e delle famiglie reali inglese, olandese e tutte le altre.
Sapere di avere al nostro fianco, per esempio, il principe Carlo d’Inghilterra, la regina Beatrice d’Olanda, il re Bhumipol della Thailandia, o, in caso fossero impossibilitati, dei loro rappresentanti ufficiali ed un loro commento scritto a favore dei diritti umani e civili uguali per tutti gli abitanti del mondo.
Bisogna chiedere la partecipazione del vescovo gay Gene Robinson, di Amnesty International, di tutte le organizzazioni umanitarie, dei sindacati e delle organizzazioni femministe soprattutto, perché le donne sono ancora le persone più oppresse e maltrattate in molti paesi.
Si dovrebbero invitare i paesi ancora non firmatari a presentarsi per l’occasione per sottoscrivere pubblicamente l’importante documento.
Sarebbe una festa per la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza universale.
Peter Boom.
25 gennaio 2009 alle 11:06
Caro Paolo, per il Tuo idealismo purtroppo il mondo umano non è maturo, come scrivi anche Tu se ho ben capito. Però, la prestazione sessuale per scambio di favori o soldi esisterà sempre. Lo sfogo sessuale spesso non è collegato all’Amore ed anche questo è naturale. Pensa, per esempio, al viaggiatore, al rappresentante che va in un altro paese! Lui o Lei non ha tempo per trovare un Amore, ma sente ugualmente la spinta per un rapporto sessuale PULITO e SICURO, pensa alla gente complessata per vari motivi, pensa a chi si sente brutto-a, pensa agli invalidi, gente che non può muoversi neanche, etc.
11 febbraio 2009 alle 17:43
Interessanti commenti da Islamici indonesiani
Islam ‘recognizes homosexuality’ | The Jakarta Post
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Moderate Muslim scholars said there were no reasons to reject homosexuals under … they had started practising pansexuality(with either a man or women or animals) …
thejakartapost.com/news/2008/03/27/islam-039recognizes-homosexualit… – Cache
The theory of Pansexuality
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The theory of Pansexuality by Peter Boom – Il sito della teoria della Pansessualità di Peter Boom … Community. Aggiungi lista preferiti Aggiungi lista nera …
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