Riflessioni, in chiave di spiritualità laica, di Leonardo Chiatti – “Atomi ed archetipi” – La Natura è creativa?
Nel corso del nostro ultimo, conviviale incontro a Calcata il buon Paolo, tra un piatto di verdura e l’altro, mi ha invitato a redigere un breve resoconto sulla mia “ipotesi degli archetipi” per i lettori di questo sito. Lo faccio volentieri e spero di fare cosa utile.
Premetto che il mio campo di attività è quello della fisica, non quello della psicologia, della filosofia o delle mantiche; quindi il concetto di archetipo di cui parlerò non ha niente a che vedere con Jung, con Platone, i Tarocchi, l’ Astrologia cinese od occidentale, l’ I-Ching e quant’altro. Si tratta di una ipotesi –che ancora attende conferma- formulata per spiegare certi fenomeni nel campo della fisica.
Per far capire di che si tratta (in una esposizione non tecnica non saprei fare di più) devo richiamare cinque notizie chiave. La prima è che tutta la materia è costituita da entità elementari, quali gli atomi e le molecole, e dunque non è suddivisibile all’ infinito. La seconda cosa che occorre tenere presente è questa: mentre il movimento degli oggetti macroscopici che si vedono nella vita di ogni giorno è continuo, il movimento di queste entità elementari non lo è. Per capirci, se uno sposta una carriola, la carriola occuperà gradualmente tutte le posizioni dello spazio intermedie tra il punto di partenza e quello di arrivo: non vedrete mai una carriola sparire nel nulla o apparire dal nulla, né scomparire qui per riapparire magicamente di là. In un certo senso, questo è invece ciò che accade agli atomi ed alle molecole: il loro movimento è discontinuo, “a salti”. Questi salti sono chiamati “salti quantici”.
La terza notizia chiave è questa: quando una di queste entità elementari fa uno di questi salti, il risultato del salto (cioè la nuova configurazione dell’ entità) è imprevedibile. Negli scorsi decenni si è dibattuto molto su questa imprevedibilità. Secondo alcuni, il risultato di un salto quantico è imprevedibile perché non conosciamo abbastanza a fondo le leggi che lo governano. Sembra però, da molte risultanze, che questa imprevedibilità non è dovuta alla nostra ignoranza di come funziona il mondo (che rimane ad ogni modo grandissima) ma è un aspetto della natura stessa del salto quantico. Pauli, che negli anni trenta-quaranta fu uno dei primi a rendersi veramente conto di ciò che questo implicava, vedeva nel “salto quantico” una maniera di esprimersi “irrazionale” della natura, e ne parlava con apprensione. Personalmente, invece, sono più tranquillo; secondo me nel salto quantico la Natura non esprime irrazionalità, ma creatività, il ché è diverso.
La quarta nozione che devo propinarvi è questa: ogni oggetto macroscopico, sia esso il Sole, una sedia o voi stessi, è un agglomerato costituito dal verificarsi di un numero enorme di questi “salti” ogni frazione di secondo. In realtà, ogni cosa è un “ribollire” di movimento atomico a salti, ed appare stabile e solida solamente perché noi percepiamo il comportamento medio di un numero enorme di salti. È un po’ come fissare una fiamma nel camino: la forma della fiamma appare stabile, ma la fiamma è in effetti composta di miriadi di particelle incandescenti in movimento rapido e spesso caotico. Questo comportamento medio è, a differenza dei singoli salti, perfettamente prevedibile, e questa è la ragione per cui la materia, come la vediamo ogni giorno, sembra manifestare un comportamento inerte e prevedibile, privo di iniziativa e creatività.
La quinta ed ultima notizia è la seguente. Quanto ho appena detto non è sempre vero. Ci sono situazioni nelle quali gli effetti del singolo “salto quantico” possono essere ingigantiti fino a fare irruzione nel mondo macroscopico della vita quotidiana. Molti fenomeni biologici, ad esempio la mutazione genetica spontanea, la percezione visiva, aspetti dello sviluppo embrionale, la insorgenza di alcune forme di cancro, sono di questo tipo. Lo stesso cervello è un amplificatore efficientissimo di “imprevedibilità quantica” e secondo alcuni ricercatori, come lo scomparso Mario Ageno, questo fatto potrebbe spiegare aspetti importanti della “imprevedibilità” umana.
A questo punto posso finalmente dire qualche parola sul mio lavoro. Io ho rianalizzato le modalità con le quali i salti quantici si connettono tra loro, ed ho trovato che oltre alle modalità ben note e descritte in fisica da più di ottanta anni potrebbero essercene delle altre. Dico potrebbero perché l’ argomento è sottile e il condizionale è d’ obbligo. Secondo la mia ipotesi, va superata l’ idea che i salti quantici avvengono nello spazio e nel tempo. Essi emergerebbero invece da un livello più profondo, inosservabile, della realtà fisica, una sorta di Arché o, se si vuole, una riedizione moderna della Natura naturans (con la “n” maiuscola). Questo livello più profondo è al di là dello spazio e del tempo ed a questo livello, quindi, tutti i salti quantici della storia passata, presente o futura dell’ Universo sono connessi. Ciò che noi vediamo dei salti quantici è il prodotto del loro emergere, che è simultaneo all’ emergere di quelle particolari relazioni tra essi che sono lo spazio ed il tempo.
Se questa ipotesi è corretta, tra i salti quantici dovrebbero esistere correlazioni insospettate, ed ho chiamato “archetipi” gli schemi di queste correlazioni. Per quanto l’ argomento possa sembrare più filosofico che scientifico, in effetti non è così, perché è possibile fare degli esperimenti per verificare se gli archetipi, definiti in questo modo, esistono davvero.
Supponiamo che la ipotesi sia vera, e che gli archetipi esistano veramente. Quali sarebbero le conseguenze? Sul piano pratico, penso nessuna. Infatti la connessione archetipica da me proposta non sarebbe attivabile dagli umani secondo la loro volontà, e dunque non potrebbe costituire la base di alcuna nuova tecnologia.
L’impatto sulla nostra visione del mondo sarebbe invece, penso, più sostanziale. La biosfera è piena di dispositivi (gli esseri viventi) che sono amplificatori eccezionali di salti quantici. Pertanto, se la ipotesi è corretta, nella biosfera e nella storia della sua evoluzione si dispiegherebbe un ordine nascosto di origine “arcaica” (nel senso che dicevo prima) a noi completamente ignoto. La comparsa di questo ordine non sarebbe l’ espressione di una legge o divinità esterna al mondo naturale, ma piuttosto di una capacità creativa interna alla Natura stessa (per la quale è allora completamente giustificata la “N” maiuscola).
Va da sé che questa visione del mondo naturale è a priori incompatibile con quella che vede la Natura nel solo aspetto di natura naturata, cioè di insieme di oggetti manipolabili. La assolutizzazione di questo secondo aspetto ha condotto all’ attuale crisi ecologica ed alla inquietante tematica degli OGM.
Leonardo Chiatti
Breve commento di Paolo:
Voglio aggiungere solo qualche parola a questa interessantissima lettera-articolo di Leonardo. Ho già parlato di Leonardo in una mia reminescenza karmica (vedi url: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/16/%e2%80%a6-da-grottaferrata-a-calcata%e2%80%a6-un-viaggio-lungo-mezzo-secolo/ ) e debbo dire che la sensazione che vivo ogni volta che lo incontro è quella di trovarmi con un vecchio compagno di viaggio con il quale sento di avere dei debiti di riconoscenza. Ma è impossibile per me cercare di saldarli poiché in effetti è sempre Leonardo che mantiene la parte del “donatore” ed io mi limito a svolgere quella del “ricevente”. La mia consolazione sta nel fatto che in definitiva non può esserci reale divisione fra chi da e chi riceve, essendo solo due aspetti funzionali al compimento e questo –nello stato fisiologico- mi pare anche il discorso sottinteso nell’articolo di Leonardo che ringrazio per l’implicita corresponsione alla legge di causa-effetto (come dice Avalon: Natura Naturata).