Calcata dimenticata…. Il vero paese con tutti i suoi abitanti non compare mai mentre il teatrino “Calcata” con i suoi teatranti sembra un avanspettacolo! Ecco il melodramma mediatico di un borgo che c’è e non c’è….

“Molto bella davvero Calcata. Pensavo che un posto simile esistesse solo nelle favole… invece è qui in Italia”. Questo il commento ricevuto da una persona di Torino che ha assistito alla trasmissione di Rai 1 andata in onda la mattina presto di domenica 4 gennaio. Prendo lo spunto da questa trasmissione per iniziare una nuova pagina del mio diario di bordo.

Ieri mi sono alzato preso e malgrado il freddo pungente, seguendo l’ispirazione ricevuta in sogno, mi sono affrettato ad aprire gli sbarramenti che costringevano la maiala vietnamita, Piggy, mia ospite da tant’anni entro un piccolo mandriolo con grottone annesso. Nel corso del tempo ho fatto vari esperimenti con lei, lasciandola a volte libera ed a volte rinchiudendola nella sua grotta, non è facile tenere una bestia dalle abitudini così grezze… se troppo libera si allarga e fa danni se troppo chiusa si intristisce ed intristisce. Stavolta credo d’aver trovato una soluzione, ho circoscritto un bel pezzo del Tempio della Spiritualità della Natura con sbarramenti di porte vecchie e pancali smessi. Nel complesso il terreno adesso a sua disposizione è sufficiente per avere la sensazione di autonomia di movimento senza lasciarle campo libero ad libitum. Una forma mediana si dice di libertà condizionata….

Questa libertà condizionata dovrebbe essere un modello applicabile anche a certi sderenati di Calcata vecchia i quali, inneggiando allo spirito libertario ed alla libera espressione, non si peritano di far danni e vandalismi al paese, né di deturparlo con la loro immondizia sparsa ovunque. “Siccome il comune non pulisce adeguatamente noi sporchiamo ancora di più per dimostrare che il paese non è curato dall’amministrazione” Questa la filosofia “comunitaria di questi sderenati che si definiscono “comunisti” ed “anarchici” ed anche “difensori dei deboli e dei derelitti”.

Poveri sderenati… non sanno ancora quale karma li attende!

Ma vengo alla cronaca. Ancora una volta davanti al cappuccino caldo al baretto di Calcata nuova, la solita moglie del proprietario arriva con il giornale e me lo poggia sul tavolino commentando: “Allora ti sei messo a fare l’attore….” Ed io pensando che si riferisce alla commedia che stiamo recitando al Teatro Cinabro mugugno un “Ah sei venuta a vederci?” – “Ho visto che stavi in televisione ieri mattina, c’era Marejcke che ha detto che il Granarone è di tutti i calcatesi (mormorando subito appresso fra i denti… sì quando muore ce lo andiamo a riprendere..), c’era Annamaria la napoletana e c’eri tu, seduto con un maglione rosso che parlavi…”.

Allora mi sono ricordato della trasmissione che la Rai era venuta a girare sul borgo ed alla lunga intervista sulla sacralità della natura che mi aveva fatto il presentatore. Siccome vedo che la moglie del barista sembra offesa chiedo: “Ma non hanno ripreso anche qui?” – “Macchè –è la pronta e dolente risposta- qui a Calcata non ci sono neanche saliti…” Ed io controbatto, guarda che li abbiamo mandati su a riprendere i santi… ” Lei ci pena un po’ e poi conferma “Sì i santi li hanno ripresi ma solo per un attimo e di Calcata non si vede nulla, qui è come se non esistesse…”.

Ecco la nota dolente, i calcatesi si sentono ancora defraudati dell’esistenza e della considerazione, per loro non viene mai la Tv né i giornali ne parlano, tutti si interessano solo di Calcata vecchia “dove stanno gli sderenati e basta!”

Che posso farci, capisco e condivido, dal punto di vista umano e sociale, questo sentimento, e per dimostrare la mia solidarietà cambio discorso e chiedo del concerto previsto oggi (5 gennaio) della Banda diretta dal maestro Parretti, ma mi viene risposto vagamente “Guarda lì fuori sul manifesto del Comune…”.

Così esco e percependo l’insofferenza e la delusione per il continuo disinteresse dei media verso la comunità del paese nuovo, mi dirigo verso il droghiere-tabaccaio-giornalaio per spulciare qualche ultima notizia su altri giornali locali e provvedere all’acquisto di pane ed acqua. E qui il tabaccaio, un amico, mi informa dell’ultima tragedia di Calcata nuova. “Lo sai che hanno avvelenato tre cagnolini qui in Via Lazio? E’ successo proprio ieri e la mia cagnetta, che era uscita solo un attimo per fare i bisogni, sono riuscito a salvarla per miracolo”. – “Ma come è possibile? –faccio io- Qui ci sono solo cagnolini piccolissimi, che fastidio potevano dare?” – “Ah non lo so, so solo che è la seconda volta in breve tempo che accade ed è proprio una vergogna, tra l’altro questi bocconi avvelenati messi qui vicino ai giardinetti comunali potevano essere un rischio anche per i bambini”. Che posso dire od aggiungere se non un mesto “Mi dispiace!”?.

Penso a Calcata vecchia dove di cani abbandonati e grossi (e pure a volte pericolosi) ce ne sono diversi, vanno a pasteggiare ai traboccanti secchioni ripieni di rifiuti alimentari dei ristorantini caratteristici del borgo. Ma ormai da anni a Calcata vecchia non hanno più buttato polpette avvelenate “perché tanto lì ci sono solo cani e porci e lasciali così al loro destino” dicono alcuni detrattori della realtà sociale del paese vecchio.

Allora perché la Rai è venuta a riprendere il borgo, definito il paese degli artisti? E perché in tutta Italia credono che questo sia un “paese ideale”? E perché il mio discorso sulla natura e sulle tradizioni arcaiche viene travisato in un generico riferimento alla “magia di Calcata”? E perché non possiamo essere, noi tutti calcatesi, una comunità normale con regole condivise e solidarietà umana, ma solo un paese vuoto di valori ma traboccante di significati reconditi e fumosi?

Ecco il destino crudele di un paese che esiste e non esiste, che attira i riflettori ma la sostanza vera non viene mai illuminata… se non in rari casi, come questo ad esempio e mi si perdoni l’ardire…!

Stamattina 5 gennaio 2009, ricevo altri commenti: “Avevo acceso la televisione alle 8 circa. La puntata è passata intorno alle 8,20. Mi sono precipitata a mettere la cassetta nel video registratore! E’ stata tagliata un poco. Ma il borgo è ben visibile. Sembrava essere in primavera! Col verde che lo circonda. Ha parlato degli artisti che hanno trovato una casa per poter esprimere la loro creatività. Ha intervistato una signora che fa le statue del presepio, un personaggio per anno. Poi c’è uno scorcio dell’associazione Apai, ma velocissima… C’è anche un intervista del socio fondatore del Circolo Vegetariano. Parla appunto di Calcata come di un centro “magico” per gli Induisti. Ed infine una signora in una bottega di alimenti naturali fa da finale all’intervista e alla visita della troupe di Rai 1. E’ così? Doveva esserci qualcosa di più?”.

Paolo D’Arpini

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