Calcata 2009 – Eventi di una notte senza tempo… ovvero come iniziare senza mai aver finito
La vita è un eterno inizio. La continua trasformazione che subiscono gli elementi non può essere mai considerata finale e quindi la vita è senza inizio e senza fine. In questo consapevolezza narrare gli eventi di una particolare fase manifestativi è solo un gioco espressivo della fantasia. Perciò posso descrivere gli eventi della “notte senza tempo” tenendo conto che essi son solo immagini speculari di brevissima durata.
Già dal mattino gli auspici sono favorevoli, il sole brilla in cielo, le poche nubi sparse sospinte dal vento svaniscono in una direzione sconosciuta. Voilà il cielo è terso e limpido.
Trascorro la giornata tranquillamente a preparare il Tempio, sistemando le candele ed i moccoli nei punti strategici. Mio figlio ha potato parecchi alberi del terreno ed i rami secchi giacciono invitanti, ne raccolgo alcuni e li accatasto.
Torno a casa, se non ricevessi di tanto in tanto telefonate per informazioni o non sentissi nell’aria una certa eccitazione diffusa questa sarebbe una qualsiasi giornata invernale ma so che è il 31 dicembre, la fine dell’anno… Al computer ancora ed ancora giungono mail di auguri da vari utenti ed anch’io spedisco una strenna poetica. Disdico alla Telecom il servizio di segreteria telefonica pensando che per l’anno veniente chi vorrà parlare con me dovrà fare l sforzo di cercarmi ripetutamente, non posso mica richiamare sempre io… e la segreteria telefonica permanente conduce a questo, cioè che alla fine sono io a dover cercare chi mi ha cercato. Ma questo che c’entra con il 2009? Forse c’entra poiché in questo esatto momento in cui squilla il telefono scopro che qualcuno ha chiamato per sbaglio… quindi è meglio non avere la segreteria telefonica altrimenti avrei dovuto richiamare solo per scoprire che c’era stato una errore.
I primi prenotati per la serata arrivano alle 17, sono 4 ragazzi giovanissimi di Ronciglione, anzi due ragazze di 16 anni e due ragazzi di venti. Hanno portato con loro diverse specialità dolci e salate preparate dalle loro mamme, mhmmm… ottimo aspetto hanno queste torte. Conduco i giovani al Tempio e do loro l’incarico di accatastare e spaccare un po’ di legna, accendere il fuoco nel camino per stemperare l’ambiente ed altri lavoretti. Io torno al Circolo e lì vado avanti nei preparativi scenografici e culinari. Sistemo una pila di arbusti che mio figlio Felix aveva lasciato sullo spiazzolo, preparo il letto per il falò, accendo il fuoco e lo curo sino a che la fiamma è scoppiettante. Nel frattempo arrivano altri ospiti, vengono da Campagnano, lascio l’uomo al compito di fuochista e prendo la donna, Rosalia, con me in cucina per sistemare ed apparecchiare la tavola. Ormai è buio, le candele sono accese, l’atmosfera è dolce e romantica. Mano a mano che giungono gli atri prenotati, la massa dei cibi consegnati aumenta, stavolta veramente tutti hanno fatto il loro dovere e c’è una grande varietà di insalate, pietanze, pizze, pane, olio, vino, etc. Mentre fuori sul falò i maschi preparano le bruschette all’interno del Circolo io mi intrattengo con le ragazze e le signore che, un po’ freddolose, circondano la stufetta con le mani protese verso il caldo.
Ecco si crea familiarità ed amicizia fra tutte queste persone che non si sono mai incontrate prima, ognuna per un motivo o per l’altro attratta dalla particolarità della manifestazione. Si parla di archetipi, di dieta vegetariana, di rapporti fra il maschile ed il femminile. Finalmente siamo tutti dentro, stretti stretti perché il Circolo è piccolissimo, siamo solo in 11 si sta come dentro all’uovo primordiale. Sì avete letto bene solo 11 persone, tutte prese e coinvolte e vicine le une alle altre come se si conoscessero da sempre. La polenta è cotta, iniziamo a mangiare con gusto, portata dopo portata le pance si riempiono e il tepore della stanza coinvolge tutti in una sorta di maggiore intimità.
Insomma senza quasi accorgersene siamo arrivati al dolce e tra una chiacchiera e l’altra, tutte chiacchiere sensate e non vuote, giunge il momento di scrivere i pensierini. Quelli che vengono condivisi li trascrivo di seguito e gli altri, i desideri segreti e le aspirazioni per il nuovo anno vengono invece riposti in saccoccia di ogni partecipante per caricarli durante il viaggio di forza emendatrice. Alle 22.30 partiamo per il bosco, tutti pimpanti all’inizio e sempre più emozionati e sconvolti durante il tragitto… Le ragazze hanno estrema difficoltà a continuare il cammino fra i rovi e la discesa ripida devastata dal continuo passaggio di cinghiali, questo sentiero del Parco è un po’ una “frana”….
Giunti al primo fiumiciattolo, il Rio, si pone il problema della traversata, nessuno vuole guadare togliendosi le scarpe e così conduco la comitiva lungo il greto reso scivoloso e fangoso dalle piene recenti sino a giungere ad un grosso tronco caduto fra le due sponde che serve da passatoia per i cinghiali e le volpi e qui siamo di fronte alla vera prova di coraggio. Io avanzo spedito per dare il buon esempio, seguito da Mara una signora di Roma veramente coraggiosa, ma una delle ragazze viene presa da una crisi isterica e da un attacco di panico, malgrado sia da noi incoraggiata in tutti i modi si mette a strillare che non ce la fa… Un’altra ragazza della sua stessa età, Gloria di Caprarola, per dimostrare che si può fare, attraversa l’improvvisato ponte carponi, a quattro zampe, e giunge sull’altra sponda. Anche altri tre maschietti osano affrontare la passerella sull’abisso ma sull’altro lato, dove sostano i “rimasti”, il senso di pericolo e di incapacità è troppo forte e nessun altro ce la fa a compiere il “salto” oltre il mondo conosciuto. Dopo mezz’ora di tira e molla il gruppo iniziale si scinde, una parte procede verso la sopravvivenza ignota ed una parte ritorna alla sopravvivenza conosciuta (tornano indietro ad attenderci al Tempio). La traversata effettuata dal minuscolo branco di 5 persone, due femmine e tre maschi, è simbolica di una capacità ancestrale ad andare avanti, come fecero i nostri antichi avi quando lasciarono l’Africa per invadere il resto del mondo…
A questo punto le difficoltà non hanno più importanza si va verso l’ignoto, quel che viene viene!
La sensazione di essere fuori dal tempo e dal mondo viene però scacciata dopo un’ora di impervio cammino dai botti e dalle girandole e fuochi d’artificio che si vedono illuminare la notte sopra l’acrocoro di Calcata, è mezzanotte per loro… per noi è solo chiarore nell’avanzare nella notte buia. Ma l’incanto dell’abbandonarsi alla natura in qualche modo si è rotto, il mondo conosciuto si è riaffacciato alla mente.. ora per il gruppo ci sono solo le difficoltà del ritorno alla civiltà e non l’avventura fine a se stessa…
Stremati ma felici, terminiamo il tragitto, arriviamo infine al Tempio della Spiritualità della Natura, lì ad attenderci c’è il resto della compagnia, hanno tenuto il posto caldo. La ragazza impaurita che non voleva cavalcare il tronco all’andata mi guarda vergognosa ma io le sorrido… Invito tutti nella grotticella della Madre Terra e lì cantiamo dolcemente un mantra antico che ci riappacifica con la vita e con noi stessi. Restiamo in silenzio per un po’ ed infine completiamo il rito davanti al focolare acceso, ognuno “confessa” a turno il suo desiderio inespresso e brucia il foglietto di carta consegnando al sacro fuoco il messaggio. La cerimonia è conclusa, congedo tutti e li saluto, qualcuno sente il bisogno di scambiarsi gli auguri per il nuovo anno e così ci abbracciamo a turno, come una famiglia che si ritrova… una grande famiglia elettiva! E tu c’eri?
Paolo D’Arpini
Pensierini condivisi:
A volte basta poco per sentire e percepire un po’ di amicizia da chi non conoscevi.
Percorriamo sempre la stessa routine ed abbiamo poche possibilità di uscirne fuori, e quando vi riusciamo bisogna approfittarne, spero che questo capodanno diverso sia il preludio per un anno diverso…
Auguri per un anno sereno e felice a tutti quanti con la speranza di realizzare i propri obiettivi e desideri.
Speriamo che l’originalità di questo incontro porti a noi tutti un 2009 pieno di energie positive da vivere.
Sono contento di questo capodanno atipico perché mi consente di apprezzare il contatto con la natura ed il piacere della condivisione.
Socievoli tutti…
31.12.2008 – 01.01.2009. Grazie di essere qui e felice sereno 2009 (cuoricino).
La meraviglia della potenzialità dell’anima umana. Una piccola stanza nel buio dell’immenso s’illumina nella semplicità della reciproca accoglienza.
Sempre ogni anno il rito si ripete, sempre lo stesso eppure sempre diverso. Così è la vita!
Sembra proprio di stare in una notte senza tempo! Una bellissima sensazione.. Paolo.. (omissis). Auguro a tutti quelli che hanno partecipato a questa sera particolare tutto e niente! Tutto ciò che desiderano e niente che possa dispiacere. Buon 2009.
Spero che questo sia un buon anno di buoni propositi e che tutti raggiungano i loro traguardi e facciano le proprie scelte senza rimpianti e senza timori.