Quando ti manca 1 per far 31…. ovvero la condizione strana dell’esserci “quasi”! Disavventure buffe narrate da un prossimo 65enne
Stamattina come di consueto ho affrontato la salita ripida di Via Cadorna per arrivare al paese nuovo, il mio solito appuntamento con il “mondo” e con il cappuccino caldo mi aspetta e non posso mancare…
Nella piazza Risorgimento noto che il grande abete simboleggiante il natale è stato infiocchettato con qualche nastro rosso. “Beh è già qualcosa –mi dico- anzi è persino meglio dell’abete che sta al paese vecchio pieno di palle e oggetti strani, almeno questo assomiglia ad un albero vero..”. Ottemperato al rito del cappuccino caldo mi accingo a ritornarmene a valle, mentre pago il conto chiedo al barista se posso prendere la vecchia copia del giornale che sta lì in un angolo e lui fa segno di sì con indifferenza, la moglie che è al suo fianco, sapendo che di solito chiedo i giornali quando c’è qualche articolo su Calcata (ma non sapendo che spesso lo faccio semplicemente per recuperare un po’ di carta per accendere il fuoco), mi fa: “Che c’è qualche articolo ?” Ed io di rimando “Solo un trafiletto sulle feste di natale, la messa solenne al paese vecchio etc. quello che sta scritto sul manifesto qui fuori” e lei “Tanto questo è l’ultimo anno che fate festa.. dall’anno prossimo la messa solenne sarà qui perché la chiesa di Portoghesi sarà completata e giù non ci veniamo più..”. Rimango un po’ interdetto ma aggiungo “ci penserà Don Henry che dice messa due volte ogni domenica” Ma questa battuta mi sembra più che altro una difesa d’ufficio verso la categoria degli emarginati del paese vecchio, del quale anche Don Henry fa parte, essendo anche lui un emarginato, ex parroco di Rignano Flaminio punito dalla curia per aver difeso le maestre incriminate nella scandalo della scuola elementare.. “Uno che studiava da vescovo –è il commento di un calcatese- ed ora è diventato sotto-prete a Calcata vecchia..”.
Tutto questo discorsetto mi ha fatto venire in mente come sia strana e scomoda la posizione di coloro a cui manca sempre 1 per far 31.. Questa è anche la mia condizione. Ad esempio qualche giorno fa mi scrisse un amico avvocato consigliandomi di far domanda per la Social Card “Anche se è solo una berlusconata almeno ti danno 40 euro al mese e per te che non hai nulla sarà qualcosa..”. Fiducioso sono andato alla Posta a raccogliere informazioni e lì ho scoperto che non potevo accedere alla Card. “Mi spiace lei non ha ancora compiuto i 65 anni – ha detto l’impiegata gentile- e perciò non ha diritto all’assistenza..” – “Io sono nato nel giugno del 1944 e compio i 65 nel 2009 –ribatto- ci sarà ancora il prossimo anno questa convenzione?” – “Non sappiamo nulla, da quanto ci risulta è valida solo quest’anno”. Così “liquidato” visto che malgrado tutto ho versato parecchi soldi allo Stato quando lavoravo in proprio, non avendo però maturato abbastanza contributi per una normale pensione, ho telefonato al Patronato per avere informazioni sulla pensione sociale, quella che danno a tutti. “Venga qui in primavera a far domanda per ora non possiamo far nulla” E’ stata la risposta. Allora ho pensato di consolarmi con il pacco dono che il Comune da agli anziani ogni anno. “Quanti anni hai – mi chiede l’assessore- guarda che i pacchi dono sono riservati solo a coloro che hanno già compiuto i 65 anni!” Freddato in partenza e non avendo potuto controbattere poiché l’assessore era stato adamantino sul limite di età… mi è toccato rinunziare anche al panettone di natale.
Attenzione, mica ce l’ho con nessuno per questa situazione, in fondo son contento di avere “solo” 64 anni (e mezzo) e non 65 almeno son più giovane di un anno…. Allegria….!
Paolo D’Arpini