Giuseppe Altieri è un agronomo che da diversi anni si occupa dell’emergenza ambientale causata dalle varie immissioni nell’agricoltura tradizionale prima dei pesticidi e fertilizzanti chimici ed ora persino degli organismo geneticamente modificati. Il mese scorso si è tenuta a Calcata (nell’ambito de Il Ciclo della Vita) una riunione per parlare di agricoltura biologica e rischi derivanti dallo stravolgimento del sistema ecologico. L’effetto serra, l’avvelenamento delle falde acquifere, lo spostamento del sistema monsonico, la scomparsa dei semi originari, l’avvento degli ogm, etc. sono solo alcuni degli aspetti toccati durante il convegno, al quale ha tra l’altro partecipato anche il vicepresidente del Parco del Treja Luigi Gasperini, e proprio in quell’occasione lo stesso Gasperini affermò che: “Lo sviluppo dell’agricoltura biologica e la tutela ecologica dell’habitat del Treja è una delle finalità non solo del Parco ma anche di tutti i comuni consorziati e ricadenti nel bacino imbrifero del fiume Treja, corrispondente grosso modo al territorio falisco viterbese”.

Oggi a Calcata piove a dirotto e son sei giorni che va avanti così, il fiume Treja è gonfio e le sue acque, come quelle degli altri suoi affluenti importanti, finiscono nel Tevere. A Roma si aspetta con preoccupazione la perniciosa “onda di piena”. A Castel Sant’Angelo i barconi che ostruiscono le navate del ponte e vengono fatti a pezzi sperando che l’acqua defluisca… insomma si aspetta il peggio…

Non sarebbe tempo di cominciare ad occuparci oggi di quel che potrebbe conseguenzialmente accadere domani se il nostro sistema va avanti in questo modo?

“Sono 20 anni che diciamo sempre le stesse cose, dal primo corso di  Agricoltura Biologica a Todi del 1986… –afferma oggi Giuseppe Altieri- da allora ho scritto il referendum contro i Pesticidi che i verdognoli e gli ecologisti di facciata hanno nascosto dietro a quello sulla caccia mentre l’80% degli animali muore per i pesticidi… ora per il biologico avremmo i contributi e le leggi a nostro favore non sarebbe più un problema politico ma di rispetto delle norme, che vengono disattese dalle regioni…”

Ed ancora:

 ”I problema del Tevere come di tutti i fiumi deriva dall’agricoltura che a forza di usare pesticidi e concimi chimici e arare dissennatamente i terreni, tagliare le siepi… buttando disseccanti chimici addirittura in autunno invece di lasciare l’erba sui campi e lavorarla subito prima della semina come si faceva da sempre.. insomma invece di incrementare l’humus nella terra… lo distruggiamo così i terreni non trattengono più acqua.. (l’humus è come una spugna)e si hanno erosioni di terra e fango che finiscono nei fiumi …la piena è ad ORTE… l’agricoltura Umbra ne è responsabile, come quella Laziale… e poi arriva a Roma…”

Sappiamo che l’UE finanzia l’agricoltura biologica dal 1992 e dal 2000 in forma obbligatoria con 600 €€ /ha per i seminativi e 900€/ha per le colture arboree e per piantare le siepi ti rimborsano tutte le spese (un salice pompa fino a 2000 litri di acqua al giorno…) siepi che trattengono il terreno… ma le regioni erogano elemosine di 150-200 €/Ha così i contadini non possono attuare l’agricoltura biologica.

Ma Altieri controbatte: “Abbiamo fatto ricorso sui Piani di sviluppo rurale dell’Umbria Toscana Marche e Campania… per avere adeguati pagamenti Agroambientali per l’agricoltura biologica ovvero compensazione dei maggiori costi e mancati prodotti, un obbligo comunitario sancito dalla Corte dei conti UE che ha appena diffidato regioni e commissione UE per non applicare correttamente la Ecocondizionalità in agricoltura (ad esempio l’obbligo a non usare disseccanti sotto le coltivazioni arboree e prima di seminare, per avere diritto al Sostegno al reddito PAC) Il Pagamento Agroambientale (50.000 milioni di € da 2007 al 2013, che aumenteranno di altri 30.000 almeno a quanto sembra dal 2009) si sommerebbe a quello PAC, per cui a tutti i contadini dovrebbe convenire per legge coltivare in modo biologico figuriamoci… la legge europea e Nazionale (art 44 e 9 della Costituzione più l’art 32 sui diritti alla salute) vengono disattesi… i consorzi agrari della Coldiretti continuano a vendere pesticidi e concimi chimici… e fanno affari sulla pelle degli agricoltori e dei consumatori…e dell’ambiente cosa aspettate a prender contatto con Agernova  (agernova@libero.it), per fare ricorso in tutte le altre regioni? Altrimenti non vi rimarranno che pesticidi ed alluvioni… e prossimamente l’inquinamento irreversibile degli OGM…”.

Sperare che questa situazione della nostra agricoltura possa essere sanata così dall’oggi al domani con i contributi della Comunità Europea però non è pensabile. Stamattina parlavo con una vecchia abitante di Calcata che mi diceva: “Così non si può vivere, se non hai moneta non acquisti il cibo, una volta i nostri genitori erano forse più poveri in denaro, ma tutte le terre attorno Calcata erano lavorate, se andavi in cantina trovavi cibo per tutto l’anno, fagioli, patate, pomodori in conserva, olio, vino, etc. Potevi fare il formaggio, avere una riserva di carne sotto sale ma ora? Hanno vietato la macellazione per il rischio della diossina od altre scuse, nemmeno le galline si possono allevare impunemente, senza parlare dei maiali, pecore, ed altri animali. Anzi di animali ci sono in giro solo i cani che continuano a figliare e fanno danni. Chi aveva vacche le ha lasciate perdere tanto il latte non lo si può usare, lo devi per forza vendere al consorzio, e così dicasi per tutto il resto….  Nessuno più lavora la terra e devi comprare tutto al supermercato, ma che vita è questa e che roba è quella che mangiamo?”

Forse sarebbe il caso che il vicepresidente del Parco del Treja, Luigi Gasperini, si facesse coraggio per indire al più presto un incontro e promuovere le cose necessarie alla vita del territorio, se si comincia dal piccolo magari qualche risultato si ottiene…

Paolo D’Arpini

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