Valle del Treja: Scuola di Mazzano Romano allagata, lezioni a singhiozzo fra mille difficoltà e rischi
Può il “diritto allo studio” e l’esigenza degli insegnanti o dell’amministrazione comunale che gestisce la scuola media, elementare e materna di Mazzano Romano (Rm), far trascurare le esigenze e la sicurezza degli alunni?
Il dubbio sorge in seguito ad un allagamento dovuto ad infiltrazioni d’acqua dal terrazzo di un’ala di 6 classi della scuola di Mazzano (comune della valle del Treja).
Da quando alcuni anni addietro fu costruito questo nuovo lato, quasi da subito, iniziando da un’aula e pian piano in tutte le altre, subentrò un’infiltrazione d’acqua piovana che gocciolava dai soffitti ed impregnava i muri. Ciò nonostante la direzione scolastica ed il comune hanno continuato a mantenere aperto l’istituto, costringendo gli alunni a convivere con deumidificatori e spostando i banchi in base al gocciolamento.
Da un paio di giorni, in seguito alle ultime piogge, tutta l’ala si è completamente allagata. Il tecnico comunale di Mazzano ha quindi ritenuto opportuno chiuderla dichiarandone l’inagibilità.
Ora l’amministrazione comunale vuole fare i lavori di bonifica in fretta e furia, con spalmature di resine speciali sulla terrazza, non tenendo però conto della stagione improba e delle difficoltà in cui sono costretti gli alunni, gli insegnanti e le famiglie.
I bambini delle elementari sono costretti dal 26 novembre 2008 a turni mattutini e pomeridiani secondo un calendario di giorni pari e dispari ed a settimane alterne, in totale coprendo 3 ore circa di lezione, con riduzione anche dell’orario mensa a mezz’ora. Enorme è il disagio e lo scompiglio venutosi a creare, soprattutto in quelle famiglie con entrambi i genitori che lavorano e che magari hanno più di un figlio con turni scolastici diversi. Tutto ciò mentre sarebbe stato più logico spostare queste stesse classi nel vecchio edificio scolastico in piazza Giovanni XXIII (utilizzato attualmente da alcune associazioni) od in altra sede.
Ho raccolto queste informazioni in loco e le trasmetto per dovere di cronaca.
Paolo D’Arpini
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