La strana coppia: Calcata ed il Parco Valle del Treja…. qualcosa che so di loro!

Calcata – Provincia di Viterbo

Abitanti 898 Superficie kmq 7,67 Altitudine mt. 172 -

Denominazione abitanti: Calcatesi. Distanza da Viterbo: 60 km.

Festa patronale: Santi Cornelio e Cipriano.

Comuni limitrofi: Faleria, Mazzano Romano, Magliano Romano, Rignano Flaminio.

Calcata: un paese isolato.

Fino agli anni trenta non esisteva una “vera” strada per arrivare a Calcata: il nuovo ponte sulla provinciale che si distacca dalla Flaminia verso Faleria, è stato inaugurato nel 1932: il collegamento con Mazzano Romano è del 1961.  Questo isolamento ha reso difficile un razionale sviluppo economico ed urbanistico al passo coi tempi, cristallizzando Calcata in un paese-museo di stampo medioevale, un unicum nell’intera regione. È da escludere che il borgo debba il nome al fatto che il suo abitato sia stato, nei secoli, “percorso” (calcato) dai viandanti. Semmai il toponimo, osservando anche la gamba, rappresentata sullo stemma comunale, intenta a lasciare un’orma sul cucuzzolo del monte, farebbe pensare ad un paese saldamente consolidato sulla rupe. Ma questa solidità è comunque precaria, dal momento che il masso tufaceo su cui poggiano le abitazioni è stato dichiarato nel 1935 (con Regio Decreto) “pericolante” e i calcatesi sono stati costretti a crearsi un “paese nuovo”, ad un paio di chilometri di distanza, con acqua, luce, fogne, strutture igieniche, strade ariose e impianti sportivi.  Nel vecchio borgo, che emerge dalla valle del Treja come un monumento cadente ma assai affascinante, sono rimasti pochi abitanti, un gruppo di “forestieri” che hanno acquistato le vecchie case trasformandole in sofisticate residenze alternative.

Un insediamento antichissimo.

Alcuni ritengono che al tempo dei Falisci il pianoro di Calcata fosse usato dagli abitanti della vicina Narce per scopi rituali e magici in quanto simboleggiava “l’irraggiungibilità degli dei”. A giudicare dalla ricchezza dei corredi funerari, i villaggi della zona hanno conosciuto fin dall’Età del bronzo momenti di sviluppo economico e commerciale, soprattutto Narce la cui localizzazione è stata individuata in seguito agli scavi condotti nel 1966. I reperti hanno consentito la ricostruzione delle abitazioni del tempo: capanne a forme ovali in parte in muratura a secco e in parte in canne e argilla, con al centro un amplio focolare. Le più antiche potrebbero risalire al XII° secolo a.C. Sorprende ancora di più l’abbondanza del materiale rinvenuto nelle numerose necropoli (monte Li Santi, monte Lo Greco, monte Soriano, Petrina ed altre) che hanno restituito vasi falisci (VIII-V secolo a.C.), vasi attici a figure rosse, bronzi, ornamenti d’oro, sarcofagi, ecc.. È certo che sulla rupe, ove si aggrappano oggi le case grigiastre del centro storico di Calcata, non si è mai interrotta la presenza abitativa e tutto lascia credere che la cinta muraria tirata su nel XIII secolo, poggi su basamenti di un precedente pagus falisco. La prima notizia storica è comunque del 780 quando il territorio apparteneva alla domusculta di Capracoro, fondata da Adriano I°. Nel 1291 viene eretto il castello da parte degli Anguillara. Nel 1527, durante il “sacco di Roma”, un soldato lanzichenecco ruba dalla sancta sanctorum un cofanetto Contenente alcune reliquie, tra cui il prepuzio di Gesù, che viene ritrovato a Calcata. Da quel momento inizia una lunga serie di pellegrinaggi, favorita anche da non pochi privilegi, come quello di Sisto V (1584) che concedeva indulgenza plenaria per dieci anni a tutti coloro che andavano a venerare la reliquia. Dal 1932 si comincia a pensare al trasferimento degli abitanti in un sito più sicuro e confortevole, in conseguenza dello sfaldamento della rupe, che di fatto inizia nel 1968.

Il centro storico.

Fra i monumenti più noti c’è sicuramente il Castello che, non essendo mai stato abitato dagli Anguillara, si è sempre trovato in condizioni di abbandono (il restauro definitivo è stato ultimato dalla Regione Lazio nel 2002). Nel salone principale si poteva notare, tra gli affreschi sbiaditi, lo stemma della nobile famiglia che tenne la zona per molti secoli. Nella Collegiata dei Santi Cornelio e Cipriano, risalente alla prima metà del Trecento e più volte ampliata e restaurata, è stata conservata per molti anni la reliquia del prepuzio di Gesù. La Chiesa di San Giovanni Decollato, eretta alla fine del `700, conserva una tela con la Decollazione di San Giovanni, molto compromessa da affrettati restauri. A titolo di curiosità ricordiamo che nel centro storico si possono localizzare le vecchie botteghe dei secoli passati come la “caciera”, il “forno a soccio”, il “granarone” oggi sede di una associazione culturale, e il “forno venale”.   Ci sono inoltre 3 troni in tufo, che pur essendo di fattura recente (opera dello scultore Costantino Morosin), si coniugano sapientemente con il luogo.

II Parco della Valle del Treja

Da alcuni anni à entrato nella fase operativa il Parco suburbano della valle del Treja (dal nonne del corso d’acqua che lo attraversa) con una superficie di circa mille ettari, comprendente i comuni di Mazzano Romano e Calcata. Protagonista di questa zona così ricca di testimonianze archeologiche è il fiume che penetra tra le forre tufacee, ora aspre ora verdeggianti, allargandosi d’improvviso in vaste spianate tra prati e piante secolari. La fauna ittica elenca la lampreda, Il cavedano, il barbo. il granchio, il gambero: a pelo d’acqua svolazzano il gruccione, l’usignolo. il merlo acquaiolo e il martin pescatore. Nel sottobosco, dove si distinguono diverse specie di orchidee, si nascondono le talpe, i toporagni, la volpe, la faina, la donnola, la martora, la puzzola, il gatto selvatico, il tasso, l’istrice e il cinghiale. Infine a Monte Gelato, una vecchia mola presso l’omonima cascata, dà vita ad un paesaggio d’incredibile bellezza.

Paolo D’Arpini

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