Contro i pericoli di liberalizzazione dell’esercizio venatorio vagante o “caccia di rapina”
Rilancio questo scritto contro la liberalizzazione della caccia, della Feder. Pro Natura che ho trovato molto interessante e giusto, soprattutto per quanto riguarda l’esercizio venatorio vagante o “caccia di rapina”.
Paolo D’Arpini
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La Federazione Pro Natura esrime preoccupazione per alcune proposte di legge nazionali attualmente in discussione che ampliano il numero di specie cacciabili e il periodo di caccia.
Sono in discussione presso il Senato alcune proposte di legge, il cui obiettivo è quello di modificare l’attuale normativa sulla caccia. Nonostante la consistente riduzione nel numero dei cacciatori (che si sono dimezzati in poco più di un decennio) e l’ostilità sempre maggiore da parte dell’opinione pubblica verso un’attività anacronistica e violenta, le proposte attualmente in discussione prevedono, di fatto, una liberalizzazione della pratica venatoria.
Infatti, invece di prevedere la caccia soltanto alle specie che si moltiplicano in misura eccessiva e possono quindi creare problemi alle attività agricole e agli stessi ecosistemi di cui fanno parte, si antepongono ancora una volta le esigenze delle Associazioni venatorie a quelle più generali della salvaguardia dell’ambiente naturale.
La proposta di legge che è stata scelta come riferimento (presentata dai senatori Carrara, Bianconi e Asciutti) prevede infatti consistenti ampliamenti rispetto alla situazione attuale. In caso di approvazione, infatti, si potrebbero cacciare ben 57 specie ed il periodo di prelievo verrebbe dilatato dalla fine di agosto a quella di febbraio, in una stagione cioè in cui la fauna selvatica è particolarmente sensibile. Tra le specie di cui si propone l’apertura della caccia vi sono piccoli uccelli (quali allodola, peppola, fringuello) e specie protette a livello comunitario (cormorano). La proposta di legge, infatti, consente ripetute ed immotivate deroghe rispetto alle norme di tutela della fauna selvatica stabilite dalla Comunità Europea.
La proposta favorisce inoltre il “nomadismo venatorio”, e cioè la possibilità per il cacciatore di vagare sul territorio, senza essere vincolato ad una zona ben precisa. In questo caso, quindi, viene favorita la cosiddetta “caccia di rapina”, che è quella praticata da chi non ha alcun interesse a che il territorio rimanga ricco di fauna selvatica, dal momento che le successive uscite di caccia verranno svolte altrove. Ingiustificate inoltre le massicce depenalizzazioni per reati riguardanti la caccia, anche se il tentativo di alleggerire il lavoro dei Tribunali potrebbe essere condiviso. Tuttavia, ci pare che una semplice sanzione amministrativa per chi abbatte fauna particolarmente protetta, o caccia in luoghi ove si determinano situazioni di pericolo per le persone, non abbiano un sufficiente potere deterrente.
La Federazione Nazionale Pro Natura auspica che il Parlamento italiano si attivi affinché non vengano approvate modifiche all’attuale legislazione sulla caccia se non in senso restrittivo. L’obiettivo primario deve essere la tutela della fauna selvatica e i prelievi venatori devono essere fortemente ridimensionati.
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