Introduzione a “La Vita Continua” – Tavola Rotonda all’interno del “ Ciclo della Vita” – 8 novembre 2008 – Palazzo Baronale di Calcata – h. 15.30
Debbo fare una premessa necessaria, prima di iniziare a parlare di agricoltura ed OGM, vorrei descrivere il percorso della presa di coscienza olistica alimentare ed ecologica che è alla base dell’ecologia profonda. Quando l’8 novembre del 2008 andremo a discutere sulla coltivazione biologica, e sul rischio per la salute e per il genoma universale degli OGM, in realtà dobbiamo tener conto del complesso processo di riavvicinamento alla natura avvenuto nel pensiero e nella pratica di pochi precursori o ri-abitatori della Terra (come si dice in gergo).
In piena società industriale e consumista ed in varie parti del mondo alcune persone si sono interrogate sul percorso che l’umanità stava compiendo e se tale percorso potesse realmente corrispondere ad un modello evolutivo o era semplicemente un “impigrimento” legato all’automatismo. La civiltà delle macchine richiede grande intelligenza e capacità di comprensione per come queste strutture meccaniche, tecniche ed artificiali possano contribuire allo sviluppo della società umana.
Se questa comprensione è difettosa abbiamo un risultato molto simile a quello avvenuto al dormiente apprendista stregone Topolino, che non riesce più a fermare le sue scope cariche di secchi d’acqua, e ci ritroviamo anche noi con la casa allagata!
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, per uno spontaneo riverbero, in varie parti del mondo piccoli gruppi o singole persone iniziarono a esperimentare nuove forme di sopravvivenza, e siccome viviamo in una società in cui i modelli sono socialmente convalidati solo sulla base della provenienza abbiamo assistito all’importazione di sistemi di vita, onde, mode, che provenendo dagli Stati Uniti hanno poi invaso il resto del mondo. Così è avvenuto per gli hippies, la beat generation ed anche per il bioregionalismo. In realtà gli hippies non avevano fatto altro che imitare fantasiosamente il modello pacifista gandhiano, i beatnik non erano altro che esistenzialisti rivisitati ed i bioregionalisti, alla Gary Snyder per interderci, non son che scopritori dell’acqua calda, o meglio dell’ecologia profonda, non riferendomi specificatamente alla “filosofia” di Arne Naess bensì alla coscienza onnicomprensiva e indivisibile della vita già presente nelle civiltà antiche europee, dell’Asia e dell’Africa e dell’Oceania e della stessa America prima della conquista inglese e spagnola.
Ciò nonostante la parola “bioregionalismo” -in quanto modello di pensiero- viene attualmente riferito ad un gruppetto di americani che ne sancirono il termine. Le cose che vengono dall’America, le “riscoperte” fatte in America molto spesso -e l’abbiamo visto tutti con la festa di Halloween che è una “mutazione” dell’antica cerimonia di fine anno celtica- peccano di americanismo, sono cioè superficiali e dallo spirito naive. Nel bioregionalismo “americano” ad esempio si tiene conto della geografia territoriale ma si considerano poco altri aspetti più sottili che noi in Europa abbiamo sempre conosciuto come “genius loci” (io la chiamo spiritualità laica), oppure si tiene conto dei modi di vita consolidati senza capire se essi siano o meno in sintonia con il vivente….
Mi riferisco in questo caso all’abitudine alimentare di mangiar carne che viene considerata alla stregua di un dato di fatto genetico e naturale nell’uomo mentre invece sappiamo che non è così, giacché l’uomo appartiene geneticamente alle famiglie antropomorfe frugivore. Gli americani amano la natura, scrivono poesie sul caribù e sull’orso ma non trovano poi nulla di strano di sparargli e cibarsene sotto la luna, tanto sono animali selvaggi come i cacciatori stessi….. C’è persino un estremismo “ecologico” di persone che vivono sugli alberi, oppure che rinnegano l’agricoltura, come un tal teorico primitivista Zerzan, ma che non trovano nulla di strano poi di nutrirsi di scatolette o guardare la televisione… insomma incongruenze americane.
Altra grande scoperta venuta dall’America è la manipolazione genetica e qui veniamo al dunque dell’argomento che vorremmo trattare durante la tavola rotonda “La Vita Continua” dell’8 novembre 2008 (che si tiene -ricordiamolo- nell’ambito dell’evento annuale denominato “il Ciclo della Vita” organizzato a Calcata dal Circolo Vegetariano VV.TT.). E qui debbo inserire alcune considerazioni tecniche mutuate da Giuseppe Nacci, un docente che recentemente al Sana di Bologna ha esposto, con grande dovizia di particolari, i rischi connessi agli OGM.
L’introduzione nell’agricoltura moderna degli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) è una ingiustificata e pericolosissima alterazione di ciò che l’Evoluzione ha prodotto nelle piante in centinaia di milioni di anni: piante sulle quali si è basata la successiva evoluzione biochimica dei complessi organismi animali superiori, culminati con l’avvento dei Mammiferi negli ultimi 65 milioni di anni e quindi con la comparsa dell’Uomo. Pertanto il delicato equilibrio biochimico della specie umana dipende dall’integrità delle specie vegetali così come l’Evoluzione le ha condotte fino a noi, poiché la Salute di ciascuno di noi è basata sulla Biochimica cellulare umana, e questa dipende, nella propria complessità genomica (DNA), dall’utilizzo di migliaia di vitamine e di complessi fitochimici presenti in Natura.
La pianta è anch’essa un organismo complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni: ogni modificazione genetica provocata in essa dall’Uomo (con radiazioni come a Chernobyl, o con retro-virus come attualmente compiuto con gli OGM), produrrà comunque un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’Uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze pro-vitaminiche.
Oggi, per ottenere il vantaggio di una (supposta) maggiore produzione agricola, si ricorre al metodo di modificare il patrimonio genetico delle piante naturali, allo scopo di: modificarne la struttura, renderle sterili (per obbligare gli agricoltori a comprare nuovi semi ogni anno), brevettarne la trasformazione indotta, rivendere in tutto il mondo il prodotto così ottenuto. In realtà non è mai stato dimostrato che le coltivazioni OGM producano maggiori quantità di prodotti, tutt’altro.
Mi son reso conto che non è possibile scrive oltre di questo tema altrimenti o voi smettete di leggere oppure non sapremo più che dirci all’incontro… per cui chiudo questa introduzione generale e vi invito a partecipare alla discussione.
Fra i relatori previsti: Michele Trimarchi, Marco Tiberti, Giuseppe Altieri e Ciro Aurigemma. La Tavola Rotonda si svolge in collaborazione con Agernova, European Consumers, Associazione Vegetariana Italiana e Rete Bioregionale Italiana, partecipano inoltre vari gruppi ecologisti della Tuscia e della valle del Tevere. Patrocinio morale: Parco Valle del Treja, Comune di Calcata, Provincia di Viterbo.
Durante l’intera durata della manifestazione del Ciclo della Vita che si tiene al Palazzo Baronale di Calcata dal 31 ottobre al 9 novembre 2008, vengono esposte opere d’arte sul tema “Morte e Rinascita”, curatrice della mostra Laura Lucibello.
Paolo D’Arpini
Infoline: circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0761/587200
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