Resoconto immediato delle sensazioni vissute durante l’incontro del 4 ottobre 2008 nell’ex Lazzaretto di Faleria

Sono appena tornato,  ho ricevuta la mail di una cara amica (vedere la poesia sottostante dedicatami per l’occasione) che mi chiede di sapere come è andato l’incontro bioregionale. Ecco, butto giù le sensazioni vissute al volo….

Subito debbo cominciare dal discorso politico.  Primo, la proposta della Bioregione Etruria, chiamata da me la Regione di Santo Francesco  (che  proprio oggi viene ricordato),  infatti la Sabina, la Tuscia e l’Umbria sono i luoghi che vennero frequentati e vissuti dal santo,  a lui abbiamo dedicato la fondazione ideale di questa nuova entità bioregionale, nata nel nostro pensiero di comunione con tutte le creature.  Secondo, la proposta di un grande territorio verde,  un polmone per la città, il Parco dell’Agro Falisco, in cui inserire i meravigliosi dirupi delle forre del bacino del Treja e le emergenze storiche in esse inserite, come ad esempio il Castello in cui morì Ottone III, l’imperatore che credette nella gloria di Roma.  Terzo, sotto il sorriso compiaciuto dell’assessore alla cultura Luigi Moriggi, la proposta di unire le due comunità   di Calcata e Faleria in un’unica realtà amministrativa, anche considerando che di fatto già un terzo dei calcatesi vive nel territorio faleriano.  Una  notizia bella si riceve con gioia,    mai con trepidazione o aspettativa,  e noi tutti siamo fratelli abitanti in questa terra bagnata dal Treja.

L’incontro è stato magico, all’inizio fra temporali grandine freddo e defezioni varie c’era un’aria dimessa, varie persone che dovevano venire  non son venute o son venute in ritardo. Diversi hanno avuto  problemi, segni karmici e messaggi  del destino, mentre dalla veranda osservavamo il corteo di un funerale mesto nella strada.  Qualcuno degli attesi ha dovuto dare forfait per varie ragioni, una delle artiste ha avuto un ginocchio lussato per un incidente di motorino,  una iridologa  da Latina è stata tamponata da ferma,  ad un agronomo  di Rieti la madre è caduta dalle scale, un geologo aveva  il figlio da portare al dentista,  ad un altro  agronomo di Terni era nato un figlio, al sindaco di… al presidente della….  al direttore ….  insomma  le scusanti erano tutte buone. Ma quelli che c’erano,  umani e silenziosi nell’attesa, hanno avuto il coraggio di restare e vivere la bella esperienza, ed infine il miracolo dell’amore e della gioia. Santo Francesco, che è stato più volte evocato, ci ha aiutati a tenere su il morale ed a dare il meglio di noi, in umiltà e semplicità. I discorsi sono andati soprattutto sulle cose pratiche, sul come parlare agli altri, sui sorrisi da regalare ai nostri vicini di casa, sulla consapevolezza della comune appartenenza alla vita, sul rispetto per tutte  le cose che ci circondano,  sul come risparmiare acqua  ed elettricità,  sul come mangiare quel che la natura ci offre, con rispetto.Una torta buona casereccia della Sabina e biscotti locali del forno di Faleria hanno dato il tocco finale di dolcezza, non abbiamo portato nessuna bottiglia di vino (anche se non ci sarebbe stato nulla di male) ma delle bevande analcoliche recuperate dalla dispensa di Laura Lucibello.Grazie ai compartecipi silenziosi, gli artisti di APAI che hanno reso il Lazzaretto un magico luogo d’arte.

Paolo D’Arpini

A chi ha parole da dire,
io chiedo che sia AMORE a parlare;
a chi nasconde il suo sguardo tra i cimeli del tempo,
io offro un tempo di attesa,
sospeso tra la fiducia e l’incertezza,
baciato dalle nuvole di Eolo,
tra le braccia della Madre,
nutrito come fiocco di neve
che non teme il freddo del giorno.
Luce sui pensieri nascosti,
vita tra le siepi dimenticate,
gioia per chi bagna il suo cuore
nei rii d’argento e dipinge
Vita nel solco nudo,
come promessa di eterna beltà!
A te, che hai occhi per sognare
e voce di stelle per l’anima mia
a volte confusa dal silenzio e dall’oblio…

Antonella

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