Equinozio d’autunno – dal 23 settembre al 22 ottobre

Lunario ilaria 22 settembre 2008

“La vita senza onore è una vita vana” – Questo è il motto del Cane nume tutelare,  assieme alla Bilancia,  dell’equinozio autunnale e lo afferma pendolando fra  speranza e  disperazione  chiedendosi “dov’è la soluzione?”  -  E la speranza di per se stessa non è la risposta essendo troppo proiettata nel futuro e così anche la disperazione che, pur  ponendoci pesantemente nel contingente, è troppo legata alla memoria del passato. Sicuramente occorre trovare una sintesi e la Bilancia-Cane fa di tutto per trovare la soluzione, un misto di spinta emotiva accompagnata da sana ragionevolezza.

Il momento.
La rugiada notturna da leggera e bianca comincia a diventare pesante e fredda, in questa atmosfera il Dio Anubi pesa le anime, su un piatto della bilancia è posta la piuma di Maat, il principio dell’ordine e della verità, sull’altro è posta l’anima del defunto. Deve essere leggera come la piume per entrare nell’isola dei beati, altrimenti è costretta a tornare sulla terra reincarnandosi in un altro essere vivente per completare il suo ciclo purificatorio. Questa simbologia che viene dall’antico Egitto ci  mostra chiaramente lo spirito che dovrebbe animarci in questa stagione: la ricerca indefessa della verità!

Muoversi con la luna.
Questi della Bilancia sono giorni del fiore con forza discendente, questo è un momento neutrale, in giardino i lavori non riescono particolarmente bene ma nemmeno particolarmente male. In luna calante si possono comunque  seminare fiori ed erbe medicinali.

La cura del mese.
Sbucciature. Applicare immediatamente un impacco di argilla che disinfetta ed aiuta la fuoriuscita di granuli favorendo la cicatrizzazione.

Un piatto facile facile.
Dopo esserci medicati con l’argilla per consolarci prepariamo un piatto di carotine al burro. Tagliare le carotine fine fine e ponetele in casseruola con una foglia di salvia, una noce di burro ed un po’ di brodino vegetale o vino bianco, a cottura quasi ultimata aggiungere uno spicchio d’aglio ed a fine cottura aggiungere prezzemolo tritato  e del gomasio.

Tradizioni.
Secondo gli Atzechi dal  30 settembre al 19 ottobre ricorre il  mese della Montagna, che è il luogo in cui dimorano gli dei, lì essi catturavano le nubi per inviare l’acqua sulla terra e decidevano il destino degli uomini. Chi nasce in questo periodo sa mescolare amicizia, diplomazia, prudenza ed intrigo. 

Pensieri edificanti.
“L’uomo viene al mondo tenero ed arrendevole. Morendo diventa duro e rigido. Le piante verdi sono morbide e piene di succo vitale. Morendo sono asciutte e disseccate. Per questo rigidità e durezza sono discepoli della morte. Morbidezza ed arrendevolezza sono discepoli della vita” (Lao Tzi).
“Andare con ansia di ricerca, con spirito umile, a imparare da quella grande fonte di sapienza che è il popolo” (Ernesto Che Guevara) 

4 Commenti a “Equinozio d’autunno – dal 23 settembre al 22 ottobre”

  1. Elke scrive:

    8 anime a spasso nell’illusione seducente del tempo…

    Sono passati due giorni ma ancora respiro l’energia di una giornata speciale e con questo spirito tutti noi ospiti tuoi e del Circolo Vegetariano di Calcata, caro Paolo, non potevamo salutare in modo migliore l’autunno vestito di colori eternamente di moda, al contrario dell’inverno che schiatta sempre d’invidia nel vederlo andare via a passo felpato, sulla passerella di madre natura.

    Io avevo portato anche il mio terzo occhio, ovvero la mia macchinetta fotografica digitale, con la quale ho fatto molte foto, rubando degli attimi all’illusione del tempo, oltre che delle divertenti battute dei miei simpatici amici, i quali non potevano fare altrimenti, vedendomi intenta nelle contorsioni più bizzarre atte a rincorrere la mia ossessione visiva imbizzarrita!

    Ho fotografato tutto: voi amici vecchi e nuovi, che oltre a essere divertenti e con il sacro dono dell’umorismo, siete anche interessanti, gentili e ognuno di voi mi ha donato un po’ del suo sapere che custodirò con cura.

    Ho fotografato le pietanze colorate sul tavolo di legno, immerso nel lusso del verde e della pace, con la musica degli uccellini e la brezza del tiepido venticello autunnale.

    Poi passeggiando nel bosco ho visto le rilucenti bacche che come lucciole rosse spiccavano a contrasto con il verde saturo della vegetazione.
    I fiori secchi e delicati che ondeggiavano danzando tra l’erba e i timidi ciclamini color rosa pallido, formato mignon che, stiracchiandosi dopo un lungo sonno si ergevano contorcendosi ribelli alla forza di gravità della terra e con la voglia di impettirsi dinnanzi al cielo, che a tratti era di malumore e si adombrava, avvolgendo Calcata in equilibrio sulla collina di tufo, conferendole un aspetto misterioso, magico, incantato e dunque al di fuori del tempo, immune dalla fame dell’erosione avida degli agenti atmosferici dei secoli.

    Ma cos’era quel verde brillante che guizzava tra le piante? Paolo e Ciro dopo un breve consulto mi spiegarono che si trattava di un ramarro.
    L’unico essere vivente che fino ad ora sia riuscito a sfuggire allo scatto continuo del mio obiettivo fotografico, davvero non vi era ancora mai riuscito nessuno! Prodezze della natura o paura di noi birbanti umani ?
    La risposta non è poi tanto difficile per chiunque.

    Click, click… ecco altre immagini cioè emozioni da catturare e portare a casa!

    Muschi soffici e profumati, finti prezzemoli (in fatto di erbe ho ancora da imparare), licheni bianchi, giallo zafferano e turchesi, che come onde in miniatura lambiscono rami, tronchi, pietre e mani che le sfiorano per osservarle meglio e sentire al tatto se davvero sono morbidi come sembrano.

    E ancora una farfalla arancione dalle ali lavorate in due colori come al merletto, uno scorpioncino nano ma dall’armatura fiera e rilucente, bacche blu opache su rametti venosi rosso sangue che quasi sembrano pulsare e i mattoni di tufo che attutiscono i rumori dei passi e dei suoni creando un’acustica ovattata.

    Certo non mi sono fatta sfuggire neanche la vista dall’alto dell’onda anomala del verde dei fitti alberi sulle colline che abbracciano Calcata, che come una signorotta eccentrica, un po’ attempata ma, ancora piena di erotismo, si alza le sottane con la scusa di non voler farsele tingere di verde.

    In tutto il giorno sono riuscita a scattare non meno di 500 foto ma credo di non sentirmela di elencare tutto ciò che di bello ho trovato in quelle ore strappate alla follia e al grigiume polveroso della città.
    Lo so che ne siete enormemente dispiaciuti (?), ma non voglio rovinare la sorpresa di far trovare da sé questi innumerevoli tesori agli altri fortunati che verranno a Calcata per una scampagnata.

    Paolo ha già raccontato a meraviglia il resto della giornata che abbiamo trascorso passeggiando per il paese, mentre ci parlava dei Falisci e della storia di questo paesino piccolo che, come una chiocciola si è arroccata su di un sasso a punta.

    Vestito a festa per salutare l’autunno in arrivo, con le ghirlande di bandierine a punta colorate, le quali ondeggiando allegramente al vento tra una casa e un’altra, facevano le pernacchiette al cielo plumbeo sopra di loro.

    Non con arroganza e insolenza, bensì con gentile allegria, come per spronarlo a cambiar faccia e fargli scappare un sorrisino di luce solare, cosa che, infatti, poi fece spesso!

    Infine quelle due ore circa, strappate all’illusione del tempo a parlare del tutto e dell’eternità al lume di una candela equilibrista, poggiata su di un barattolo vuoto di alluminio nella piccola stanza di Paolo, beh, questo fotografarlo sarebbe stato inutile perché indimenticabile.

    Era come rivivere un ricordo, un déjà vù di un momento così piacevole da essere forse stato fotografato da Dio in persona per farci rivedere le foto nei momenti adatti, cioè quelli nei quali per esempio, ritorna l’autunno e noi, schiacciati tra due stagioni così diverse siamo incerti e temiamo di perdere qualcosa di bello per affrontare qualcosa di difficile.

    Con questo bel promemoria emozionale nel cuore, ti saluto caro Paolo e ti ringrazio ancora per tutto il tuo dire, fare e amare che mai sarà vano.
    Infatti, dopo questa bella giornata passata insieme con tutti voi, ho capito che laddove ti aspetta un cuore che non solo parla ma, anche sa ascoltare l’eterno battito della nostra vita tra movimento e riposo, materia e spirito, lì si trova sempre il tepore della casa più bella del mondo.

    Con tanto affetto,

    uvetta_sett08.jpg

    Elke

  2. admin scrive:

    Non so come esprimere le emozioni provate nel leggere il tuo scritto cara Elke… ti ho dedicato una galleria personale:

    “Le emozioni di Elke”

    http://www.circolovegetarianocalcata.it/albums-foto/

    Ciao, Cristina.

  3. Elke scrive:

    Cari Admin e Cristina,

    Io un’idea per esprimere la gioia nel leggere il vostro commento e osservare l’esito del lavoro svolto per inserire le mie fotografie sul sito, l’avrei…
    Un abbraccio affettuoso e semplice come i temi da me fotografati che però colgono al cuore, come le vostre parole.
    Basta poco che ce vò?

    Con affetto,
    Elke

  4. admin scrive:

    Ciao Elke,

    in realtà admin e Cristina sono la stessa persona… quella persona che come te si esalta per le piccole cose, quella che ama rotolarsi nell’erba, ascoltare ed osservare tutto ciò che la natura ci offre, quella che allarga le braccia al cielo ed ogni giorno lo ringrazia per essere così priviligiata di poter godere di tutto ciò!

    Grazie del tuo affetto che contraccambio,
    Cristina

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