Sulle strade della vita
Ciao Paolo, sono Christa – è la prima volta che ti scrivo ma ho letto sempre i tuoi messaggi e ti ringrazio per avermi inserito nel tuo elenco. Anche io, dopo la serata da Doriana, sono tornata con la testa e il cuore pieno di tutte quelle testimonianze sul tema …tornare a casa.
Ho notato il tuo bel vestito d’India, ti stava bene, e ho notato anche il tuo sorriso, felice, acceso – è bello, e fa sempre un grande piacere vedere negli occhi degli altri quella serenità, dimenticata da tempo forse – ma mai, mai persa!! Sei stato felice di aver re-incontrato il tuo caro amico? Fai bene a non perdere un pensiero a quelli satanassi, come dici tu, che ti buttano le loro immondizie addosso. Ne so anche io, purtroppo, da qualche tempo qui, accanto a me. Io però non ho sempre la tua pazienza – o cosa sia.. Con il raccogliere quei commenti, insieme ai nomi di tutti quelli che parlavano – ci hai dato una possibilità importante per riflettere un’altra volta sulla voce spontanea di ciascuno – un aiuto alla memoria, la quale ha il tentativo di ‘raccogliere’ tutto in un ‘insieme’, senza differenziare, se no lasciandoci qualche ‘top’ .
Volevo dirti che ho una valigia, antica di legno, dove metto tutte le lettere, cartoline, dipinti, scritte ecc. ecc. degli anni della mia vita – una ‘corriera’ che tocco sola una volta in cinque anni (ne ha intanto quasi 30 anni). Poi mi metto per tutta una notte a leggere – a perdermi … sulle strade della mia vita. Delle volte nemmeno mi riconosco più.
Casa – per noi cosa è – rifugio, protezione, appoggio, definizione, scelta o essere scelto – liberta o carcere – se mai un posto filosofico, ideologico – noi stessi abbandonati o felici – l’universo- terra- casa intanto c’è…. Ma io penso che solo chi ha perso casa – vuol dire in ogni senso, guerre, violenze, incendi, ingiustizie – aggrappandosi alle ultime sicurezze – e vengono tolte anche quelle ultime – sa che cosa significa AVERE CASA.Questo ti volevo dire – tu ebreo io tedesca – vivendo un dolore atroce forse in comune ma diverso , lo so! (ne parleremo forse un giorno se vuoi)- ma cercando come tutti quelli che amano e ‘pensano’ (lascio le virgolette)- materia e spirito – cercavano sempre una risposta — sono a casa??? Oppure vorrei tornare a casa???
Abbiamo bisogno di tante coccole penso io -ci sono i bambini abbandonati alle strette di Caracas …. o dove vuoi … tanti, tanti …
Vorrei sapere però di te, un pochino, Guru che sei (attenzione!!), come lo pensi tu. Tornare a casa … come si fa???
Scavando o andando avanti – basta mettere il bastone, dicendo ‘questa è posto mio o accettando il piccolo quadretto che ti lasciano – amandolo come un delizioso rifugio – o .. o .. tornado all’idea del nomade ‘DER EWIGE WANDERER’ o all’idea del ‘Weltbürger’ il cittadino del mondo, come Nel sa apprezzare l’ospitalità ‘the open mind’ della gente in tutto il mondo – per tornare poi a cercarsi casa per amore (bello questo).
Bello, allora che cosa è … tornare a casa? Guardare le stelle? Sentire il vento, il fruscio fra le rami di un albero -o sentirsi felice e sicuro accanto ad un cane – come il mio, Manolli, randagio dell’isola Creta – compagno in una ‘giungla’ vegetativa che specchia la vita- ma un po’ storto perché basta aprire il cancello e tutto è diverso – pensando, pensando e fidarsi ancora. Dare nome a casa tua – gli Etruschi – come primi – i nonni, gli antenati, la tua propria storia, l’oggi e il futuro – non ho risposta. Avevo pensato di fermarmi qua, forse domani mi troverò una nuovo casa. La mi casa – fosse tropo bello chiamarla amore per questa unica cosa – vivere!!
Allora sono privilegiata, pensando a quelli abbattuti dalle guerre, dalla fame e tanto altro – che non hanno scelta… sentirsi più amati di nessuno. tornare a casa . cosa vuol dire? di un eterno ieri – di un oggi. – o di un futuro – ancora ed ancora. Io direi di sì per ora… Dimmi tu. Un carissimo saluto, ChriSenti, se io rileggo il testo cambio tutto – ti lo mando così – non scrivo in lingua madre ma spero in quella che si capisce di cuore o mai.
Poesia:
Sulle strade della vita, quante strade, larghe, comode, asfaltate, trafficate, fornite di ogni servizio, con paesaggi come lo sfondo di una scenografia.
Oh sentieri d’antiche tracce che conducono a nuove avventure.
Tre pini, un cane randagio, un gatto che striscia lungo le mura di un borgo, il castello in alto, un lago misterioso fra le colline dolce e severo, scuro e luminoso, sacro ai popoli etruschi “f a n u” lo chiamavano.
E qui ti fermi annusi l’odore della terra la sua storia e quella della sua gente.
Ti avvicini pian piano aspirando sogni, desideri, fatiche, ansie entro un palinsesto, tessuto da tempo. Ma tu vieni da lontano e ti chiami straniero, qualcuno però ti dà il benvenuto non spensierato ma sinceramente come sapesse di te e dei tuoi sentieri e trovi l’amore inaspettato che non conosce possesso.
Ti sorride - allora ti sorride anche la terra.
Christa Efkemann