Errata Corrige

Cari amici stavolta l’ho fatta veramente grossa,

non so da cosa è dipeso, ma evidentemente l’ego o la stupidità ha preso il sopravvento in me senza che me ne accorgessi. L’ho capito stanotte da un sogno che ho fatto, in cui simbolicamente assumevo una  “droga indiana” cioè
la polvere bianca del “non dualismo”  come scusa per esprimermi volgarmente ed offensivamente nei miei e nei vostri confronti.

Sto parlando della “bestemmia” contenuta nella precedente versione di questo articolo, che ora ho corretto.  Non  so nemmeno se i destinatari avessero fatto caso alla cosa e se questa mia lettera è sufficiente a chiedere ammenda, spero inoltre di ricordare tutti i destinatari originari della
lettera in modo da poter correggere l’errore.

Si tratta di questo dopo aver spedito un certo numero di copie di questo articolo contenente una “bestemmia” da me espressa nel dialogo realmente avuto e  raccontato con Luigi Cascioli, avevo ritenuto di voler mantenere nello scritto l’espressione volgare usata nella realtà, poi ieri un amico
-Fabiano di Vivi Viterbo-  mi ha fatto notare che non poteva pubblicare un articolo contenente una “bestemmia”.

Ringrazio Fabiano per l’appunto e la chiara visione dimostrata.

Purtroppo lì per lì non mi sono reso conto dell’errore da me commesso nel voler giustificare con lui e con l’altro amico Mauro quella espressione in termini di “non dualismo” – ma la mia giustificazione “che nel pensiero indiano non duale si afferma che tutto è Dio e quindi anche il porco lo è e
non poteva essere un’offesa nominarlo in quella forma” è stata solo un’arroganza da parte mia.

Stanotte infatti mi sono reso conto della mia volgarità e stupidità, soprattutto nel voler giustificare l’errore di partenza attraverso un altro errore di interpretazione.  Allora è vero che Dio è in tutto ma non posso
usare un  termine che “attualmente” è offensivo nella mia consapevolezza duale con la scusa che nel “non dualismo” non c’è alcuna  forma che non sia Dio.

Ho capito il mio errore e la mia presunzione di voler comprendere con la “mente” l’incomprensibile e chiedo umilmente scusa a tutti voi che vi “siete fidati” delle mie parole precedenti. Stavolta ho proprio toppato e debbo perciò fare questa pubblica ammenda e chiedervi di correggere il testo -se ancora pensaste di pubblicarlo- utilizzando la versione che segue.

Vi consiglio comunque di rileggerlo in questa versione in modo da poter -nei limiti del possibile ovviamente-  controbilanciare l’impressione negativa che ha offuscato la vostra mente -e di conseguenza la mia.   Fatelo come
gesto di carità e compassione nei miei confronti, in quanto  fratello spirituale penitente e consapevole dell’errore  commesso.

E con questo chiudo la mia confessione  sperando di dimenticare presto questo spiacevole capitolo……

Vi saluto con stima.
Paolo D’Arpini

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