Appello al nobile popolo iraniano affinché rispetti la donna simbolo di maternità amore e vita

Profondamente rispetto il popolo iraniano per la sua storia gloriosa e la dignità della sua cultura e scelte politiche. L’Iran è infatti la nazione islamica in cui la democrazia ha ancora un valore reale, sia pur nel rispetto della tradizione, infatti dopo l’estromissione pacifica dello scià è maturata in Persia una società che si è adattata alle esigenze religiose che corrispondono ad una precisa volontà popolare e politica di quel paese.

Posso anche capire ed ammettere, nel rispetto delle legittime esigenze di autodeterminazione, che la giustizia in Iran venga amministrata seguendo le regole della legge islamica. Ma sono assolutamente certo che né il profeta Maometto né il genero Alì (fondatore del ramo Sciita) fossero misogini, anzi tutt’altro…. Dico ciò per stigmatizzare l’interpretazione maschilista nella somministrazione della pena inflitta alle otto donne iraniane, destinate ad essere lapidate a morte, per reati come la prostituzione, incesto ed adulterio.

Analizzando i fatti di cui queste donne sono accusate non possiamo fare a meno di notare che se c’è stata vendita corporale è evidente che qualcuno le ha pagate e se c’è stato incesto è evidente che il parente con il quale hanno consumato il rapporto è altrettanto responsabile e ciò dicasi pure nel caso di adulterio avvenuto anche esso con altri uomini sposati e comunque consenzienti e consapevoli di trasgredire una norma sociale.

Non possono solo le donne essere giudicate responsabili di questi presunti misfatti, mentre loro vengono condannate i maschi sono perdonati, che ingiustizia….!

Prego i giudici iraniani di rivedere il verdetto anche considerando la posizione di debolezza in cui solitamente si trova una donna che spesso resta irretita e costretta da condizioni familiari di sudditanza a sottostare a certe devianze. Sono sicuramente più colpevoli i maschi che le hanno condotte a quelle azioni irrispettose della consuetudine, forse costringendole psicologicamente, provocando la caduta ai loro desiderata.

Chi ha la maggior colpa viene qui lasciato libero e chi è forse più vittima viene incriminato e lapidato a morte, non è giusto!

Paolo D’Arpini

Quando sarà

Quando sarà che questa gabbia divenga giardino fiorito

e degna divenga ch'io vi passeggi in letizia?

Quando questo veleno mortale si farà miele

E questa spina pungente sarà gelsomino?

Quando quella luna di quattordici giorni sarà stretta al mio seno?

Quando l'invidioso maligno sarà triste e scornato....

(prima strofa di una poesia del mistico persiano Jalal ad Din Rumi)

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