Specchio dei tempi: cultura e libero pensiero a Viterbo.
“Passata la festa gabbato lu santo” dice il vecchio adagio popolare, ma a ferro ancora caldo vorrei dare un’ultima martellata di aggiustamento ai due eventi più taglienti e culturalmente validi dell’estate culturale viterbese 2008.
Si tratta -ovviamente- del Tuscia Film Fest e di Caffeina.
Il Tuscia Film Fest quest’anno ha cercato di fornire il meglio della produzione nazionale, soprattutto nel campo della denuncia sociale, con la proiezione de Il Divo e Gomorra sono stati toccati picchi che hanno scavato a fondo sui mali della società corrente e sull’ignavia politica e di costume che consente tali mali…. Da notare che proprio questi due film a Viterbo sono stati i più ignorati e vilipesi e questo la dice lunga sulle condizioni di sudditanza di una parte della nostra società.
Per quel che riguarda Caffeina, che si è aggiudicata la palma di manifestazione culturale dell’estate, è sicuramente un esperimento interessante basato sul dibattito e sulla comprensione di come la cultura possa influire sulla società. Anche se abbiamo assistito ad un certo “cannibalismo” -fra le varie anime- dovuto probabilmente al fatto che qui da noi è più facile prendersela con il “vicino” di pensiero che con il vero “opponente”.
Da Caffeina non mi è piaciuta però l’espressione stravagante usata dagli organizzatori di “spacciare” cultura (come fosse una droga proibita)… ma questo è il vecchio vizio italiano di voler stupire e scandalizzare anche se si vendono santini in chiesa. Caffeina -comunque- in particolare nelle ultime serate ha saputo nutrire l’intelligenza dei viterbesi.
E qui come non menzionare l’intervento di Magdi “Cristiano” Allam, un giornalista nato copto-musulmano che ha voluto convertirsi al cattolicesimo (e che ora gira circondato da schiere di poliziotti in borghese) il suo libro è scritto con scaltrezza e la sua visione dell’estremismo islamico è intrigante e forse vera ma egli non ha saputo -o voluto- spiegare il “perché” della sua conversione, d’altronde se si ha “la debolezza” di credere in un Dio, sapendo comunque che è lo stesso per ogni religione, che senso ha cambiare religione? Non basta cambiare atteggiamento morale nella propria vita? Ed in verità se i mullà musulmani (ma non la religione musulmana) hanno la tendenza a diventare violenti non hanno forse i preti cristiani (ma non la religione cristiana) il vizietto della pedofilia? A che serve quindi passare da una religione all’altra, basta diventare onesti…. e continuare -se proprio si vuole- a “credere” in un unico Dio di tutti….
Il culmine di Caffeina -per quanto riguarda l’espressione della libertà culturale- si è manifestato nell’ultima serata, quella con Paolo Villaggio e Lina Wertmuller (di venerdì scorso), forse a causa del plenilunio, o chissà per quale altro miracolo, è stato dato il massimo espressivo del “libero pensiero”, che era anche il titolo del libro di Villaggio, il quale, assieme alla Wertmuller, in toni ironici oppure sardonici, ha voluto dare un quadro impietoso ma allo stesso tempo “compassionevole” delle condizioni del “libero pensiero” in Italia…. Prendendosela, tra l’altro, con Beppe Grillo che -secondo Villaggio- “ha tradito la comicità e l’ironia trasformandola in guitteria politico istrionica”…. Insomma -come volevasi dimostrare- “ammazziamoci fra di noi così non ci esponiamo alla censura di chi è contro di noi”.
Resta il fatto che Caffeina è un esperimento valido ed il mio consiglio agli organizzatori è “continuate con avvedutezza ma attenti che negli anni non diventi una replica del Maurizio Costanzo Show”…. ”
Paolo D’Arpini
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