Un parere tecnico sul progetto Berlusconico di smaltimento rifiuti in Campania

Intervento dell’associazione European Consumers diretta dall’avvocato Vittorio Marinelli. In questi giorni è in corso una massiccia opera di disinformazione sui rifiuti di Napoli. Si cerca di far credere che ogni colpa ricada su chi non vuole discariche e inceneritori.
Il sottoscritto dal 1988 al 2000 ha progettato, costruito, gestito, inventato, inceneritori, termovalorizzatori, discariche, impianti di pirolisi, impianti di fermentazione dei rifiuti, impianti di riciclo.
Ritengo quindi di poter aiutare i miei amici meno esperti a chiarirsi le idee. Semplificando, un ciclo corretto di gestione dei rifiuti civili ­(gli industriali sono un altro problema) ­deve avere le seguenti fasi:

* La raccolta differenziata di carta, plastica, alluminio e vetro che sono completamente riciclabili e sono oltre la metà dei rifiuti;
* La divisione del rifiuto indifferenziato residuo nella parte combustibile ma non riciclabile e nella parte fermentabile ­la vecchia mondezza di verdure, pane vecchio, frutta marcia, et cetera e nella parte incombustibile – rottami vari di ferro, rame, batterie, elettronica e altro;
* Il rifiuto indifferenziato combustibile può andare a un inceneritore;
* La parte fermentabile va fermentata o in discariche di fermentazione o in fermentatori;
* Le ceneri degli inceneritori vanno in discarica così come la parte non riciclabile ulteriormente.

Di tutte queste operazione quella più pericolosa per l’ambiente è la discarica, che sembrerebbe la più semplice. Perché? Perché la discarica produce un liquido schifoso e pieno di ogni genere di veleni che si insinua nelle fessure della roccia e va ad inquinare le falde acquifere. Una volta che una FALDA E’ INQUINATA CI VOGLIONO DECENNI O SECOLI PER RIPULIRLA.

Per preparare una discarica ben fatta ci vuole un terreno particolare ­poco poroso ­e una preparazione accurata per impermeabilizzarla, un sistema di raccolta di questo liquido schifoso ­ IL PERCOLATO ­ e un impianto per trattare il percolato. Per fare bene una discarica ci vuole almeno un anno. Ma di tutto questo non c’è traccia nel piano muscolare del Berlusconi.

Con l’esercito e la prepotenza si vogliono imporre discariche primitive di cui la Campania pagherà il prezzo per decenni.

Cosa fare allora? A breve non c’è altra scelta che mandare i treni in Germania o presso chiunque voglia selezione e bruciare la mondezza indifferenziata, pagando.
Entro sei mesi si può avviare la raccolta differenziata che può dimezzare la mondezza, quindi un paio di discariche da fermentazione ben fatte e quindi l’inceneritore di Acerra per quello che avanza, tra due anni.

“L’alternativa Berlusconica” è riempire tutti i buchi disponibili, avvelenare le acque della Campania e ritrovarsi il problema tra tre anni. Perché lo fanno? Di questo parleremo un’altra volta.

Domenico Milesi, ingegnere.
www.europeanconsumers.it

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