Libertà di amare e di essere amati
Intervento introduttivo per la tavola rotonda:
“Sistemi riproduttivi e sessualità fra natura e cultura”
Palazzo Baronale e Circolo Vegetariano di Calcata – 14 e 15 giugno 2008.
La coppia monogamica che noi conosciamo non è un riscontro dell’amore o perlomeno non lo è nel modo in cui essa viene oggi vissuta.
E qui dobbiamo iniziare un percorso per capire cos’è il libero amore ed in quali modi esso si manifesta. Cominciamo ad esaminare la propensione evolutiva che dall’inizio della specie spinse le donne in età feconda spontaneamente e liberamente ad unirsi con quei maschi che ritenevano più idonei alla sopravvivenza, tali maschi erano molto probabilmente i più intelligenti, cioè quelli che mostravano di possedere un patrimonio di conoscenze ed una maggiore adattabilità all’ambiente ed alle condizioni sociali, in grado di far progredire la specie.
Mai un maschio sceglieva una donna se non contemporaneamente all’accettazione di lei.
La selezione, sino a circa cinquemila anni fa (siamo in pieno periodo matrista) veniva sempre sancita dalle femmine ed è per questo che l’umanità ha mantenuto una costante spinta evolutiva, lenta ma consona alla propagazione sul pianeta. Questa qualità “elettiva” è stata una risposta evolutiva nonché afflato emozionale endemico.
Forse con l’avvento dell’allevamento e dell’agricoltura (e del surplus produttivo conseguente) pian piano questo approccio fra i sessi fu corrotto dal modello utilitaristico e possessivo patriarcale in cui alcuni maschi furono in grado di “acquistare” una femmina (matrimonio) per fini riproduttivi. Questa tendenza divenne sempre più forte con l’affermazione delle religioni monoteiste che sancirono la sudditanza femminile in forma definitiva e la consuetudine del matrimonio divenne una regola sociale obbligatoria. Da quel momento scomparve -o quasi- l’amore ed apparve la prostituzione e la “infedeltà”. Ma cosa vuol dire prostituzione? Non è forse una forma di “matrimonio” limitato ad un breve lasso di tempo per la mera soddisfazione sessuale? E cos’è l’infedeltà se non la spontanea aggiustatura, lo sfogo, per un rapporto coniugale obbligato? Insomma la conseguenza dello sposalizio sancito per legge. E ove si manifestano prostituzione ed infedeltà vuol dire che l’amore non è più sincero e schietto ma solo una comoda formula sociale ed economica, insomma un commercio… un gioco di potere.
Il libero amore come riscoperta della piena libertà espressiva è quindi la sola riposta alla condizione corrente in cui l’anormalità è diventata norma. Ma il libero amore presuppone il rapporto fra persone libere, un rapporto non preconfezionato, né legato ad interessi altri se non l’amore stesso quindi non può esser mercenario in alcuna forma, né -ovviamente- il risultato di prevaricazione o plagio fisico o psichico. Libero amore è l’incontro fra esseri umani consenzienti che durante un percorso di vita scelgono spontaneamente di sostenersi reciprocamente e condividere esistenza intelligenza e sessualità. Un tale amore non è nemmeno limitato ai rapporti eterosessuali e può essere allargato in vari modi ed in diverse sfaccettature di convivenza, purché intimamente accette dagli interessati. In questo contesto di libertà amorosa c’è una grande responsabilità emozionale ed etica, infatti se non si presentano le caratteristiche delle piena autonomia espressiva tali persone “libere di amare e di venir riamate” non potranno mai ricorrere a forme divergenti. Restando ognuno fedele alla sua stessa onestà e propensione, in caso di mancanza di partners idonei (e rifuggendo da tendenze sostitutive…) colui che sinceramente ama (senza abbassare il livello del suo amore o scendere a compromessi fallaci) si limita all’astinenza. Si astiene cioè da ogni rapporto che devierebbe od offuscherebbe la pienezza della sua emancipazione. Un libero amante non potrà sottostare a compromessi di ruolo per il semplice soddisfacimento di stimoli sessuali o vantaggi sociali.
Negli ultimi duemila anni malgrado l’apparente sviluppo tecnologico e scientifico abbiamo notato un costante e continuo abbassamento del livello emozionale, morale e dell’intelligenza. Viviamo in una società sempre più superficiale e violenta soprattutto nei confronti delle donne e dei più deboli ma -allo stesso tempo- con l’ipocrita pretesa di mantenere una morale monogamica, una facciata di rispettabilità, nella convenzione ed accettazione di fasulle norme comportamentali di facciata. Allo stesso modo è sorta l’anomalia della castità come “regola” religiosa, la castità può essere solo la conseguenza della fedeltà ad una elevata qualità amorosa (anche in senso mistico) non una pre-condizione alla funzione sacerdotale (un “bargain” come dicono gli inglesi….). L’imposizione forzata della castità porta ad inibire violentemente la propria sessualità, conduce a un falso senso di superiorità, e -spesso- a forme improprie di sessualità perniciose per se stessi e gli altri. Per lo stesso motivo non si può considerare “normale” un rapporto di coppia stabilmente monogamo quando è solo adattamento alle convenienze sociali. La finzione è arrivata a tal punto che ormai la depravazione è diventata una specie di sfogo consentito e sottaciuto. L’ipocrisia impera sovrana ed abbiamo la sfacciataggine di chiamarla “amore coniugale” o “castità sacerdotale” mentre il libero amore vien considerato lo sfogo bestiale di persone prive di ogni decenza. Così van le cose… ma non per tutti!
Ed ora giungiamo ad una conclusione. Evidentemente la natura ha deciso di passare attraverso le tappe sin’ora descritte, dal matrismo al patriarcato, mi sembra però che il tempo sia maturo per un superamento di entrambi questi modelli, per giungere ad una vera liberazione sessuale, basata sulla parità dei sessi. Essa può manifestarsi solo nell’assoluta pariteticità, nell’indifferenziato ed ecologico erotismo-intimità-dialogo dell’Umano. Se riusciamo a staccarci dalla schiavitù ed incombenza del “livello” delle nostre qualità sessuali allora avremo veramente raggiunto la “liberazione sessuale” ed a quel punto non avrà più alcun senso discutere di valenze…. il sesso è solo energia, incontro fra gli opposti, frizione creatrice, amore.
Universal Love: “That, when experienced, is This”
Paolo D’Arpini
14 giugno 2008 alle 13:59
Caro Paolo,
Ho letto con interesse il tuo testo e mi é piaciuto molto.
Rimango sempre dubbiosa sulla tua affermazione:
“Un tale amore non è nemmeno limitato ai rapporti eterosessuali e può essere allargato in vari modi ed in diverse sfaccettature di convivenza, purché intimamente accette dagli interessati… ”
E’ certo che ci può essere amore tra due persone dello stesso sesso ma quando é a livello sessuale secondo me crea debito Karmico perchè é il risultato di una mancanza di accettazione di quello che si é. Sono gli opposti che si devono compenetrare, lo yin e yang, é così che nasce la vita, come natura dimostra in tutte le sue manifestazioni. Quindi, anche se capisco che l’omossessualità é una realtà per molti e non deve essere causa di discriminazione tuttavia secondo me non va incoraggiata ne sostenuta come non incoraggerei qualsiasi altra manifestazione non creativa.
L’amore tra due persone quanto può durare?: Per me l’importante é essere d’accordo su cosa aspettarsi l’uno dall’altro. E’ possibile amare piu di una persona alla volta, e può capitare. L’Amore é libero e niente e nessuno può impedirci di amare. Il problema nasce solo nel momento in cui si vuole vivere questo sessualmente. Se il partner é consensiente e non ne rimane ferito non vedo niente di male. Se il partner non lo é, rinunciare é parte dell’amore. Molto dipende dalla maturità e l’evoluzione delle persone coinvolte.
Fammi sapere cosa ne pensi!
A presto, Ilaria
17 giugno 2008 alle 13:33
Carissima Ilaria, finalmente esci dal guscio e dici la tua. E son pure d’accordo, infatti la penso esattamente come te, ma il fatto che questa mia e tua opinione sia a noi condivisibile non toglie che possano esserci altre opinioni. Infatti non possiamo pretendere di incarnare la verità assoluta, anche perchè questa verita è sempre relativa. Intendo questa verità del nondo…. Pensa che nella mia prima versione avevo proprio scritto che l’omosessualità, nel periodo matristico, era una specie di deviazione dovuta al fatto che essendo le donne a scegliere c’era sempre un buon numero di uomini che doveva arrangiarsi…. Ma anche questo fa parte del meccanismo della riproduzione, d’altronde non si può escludere che si possano avere desideri di carattere omosessuale, magari restano desideri ma essi ci sono, soprattutto in gioventù… Avevo letto in uno studio sulla sessualità che naturalmente c’è una fascia di incerti e questa è una propensione completamente naturale e può succedere che sia un vantaggio per una migliore riproduzione, chissà…
Io personalmente non ho mai avuto rapporti omo e non ne sento alcuna mancanza ma non posso ignorare che tanti invece li hanno e li vogliono avere ed anche loro son esseri umani, casomai è il loro karma, il loro modo di pareggiare certi debiti carmici. Son d’accordo anche sulla fedeltà…. ma quello è un altro discorso ed è solo legato alla qualità dell’amore. Ho cercato di fare un’analisi distaccata nell’articolo e non potevo certo condannare una parte di umanità, solo la violenza e la prevaricazione vanno indicizzate ed esclude dalle categorie amorose, il resto è affar di chi lo vuole fare… purchè ci sia sentimento dietro per me va bene, tanto personalmente non mi tocca per niente, anzi dal punto di vista “maschile” debbo dire che c’è meno concorrenza… Ahahaha! Sul discorso dell’omosessualità femminile c’è qualche piccola differenza, forse è meno praticata in modo pieno ma son sicuro che la confidenza fra donne arriva spesso ai limiti sessuali, dipende dalle situazioni.
In generale l’amore per una persona dell’altro sesso è sicuramente più consona allo spirito dell’incontro Shiva Shakti, Yin e Yang, ma sai anche tu che certe volte -anzi sempre- c’è una parte di maschile anche nel femminile e viceversa, si tratta solo di incrociarsi bene… per questo in Cina ed in India prima di accoppiarsi si fanno l’oroscopo preciso. In ogni caso son sicuro che non è l’oroscopo ma il destino a sancire la buona riuscita dell’amore, che come ho detto dipende sopratttutto dalla sincerità ed onestà reciproca.
Va bene?
Ciao Paolo
11 agosto 2008 alle 16:46
ciao Paolo, purtroppo non potrò partecipare all’incontro di agosto.
In realtà mi ha molto toccato la questione del sentirsi a casa. Io sono
tornata a riabitare la terra dei miei avi (la casa in cui viviamo fu
costruita nel 1820 dai bisnonni di mia nonna) e mi sento parte del suolo che
ogni giorno tocco con i piedi. Ci sono stati momenti dove vari “scontri” con
le persone del luogo mi hanno portato a prendere in considerazione(anche se
solo per pochi secondi!) l’idea di mettere le radici in un altro posto, ma
sento che andrei contro la mia naturale tendenza e volontà.
Sto cercando tutt’ora quell’umiltà che mi renda possibile una maggiore
fratellanza con le persone che con me condividono questa bioregione. Non è
facile. Ma credo anche se crediamo nello spirito bioregionalista è uno
sforzo che ci merita fare.
Siamo parte di un tutto più grande di noi. E in questo tutto c’è dello yin e
dello yang. A noi tocca trovare l’equilibrio.
Un caro saluto, Laura