Vittorio Marinelli e la battaglia etica di European Consumers

Ovvero: come attuare il Dharma nella  difesa dei cittadini.

Caro Paolo. Nel leggere il giornale l’altro giorno, ho riflettuto sul fatto che, fondamentalmente, tutte le tematiche delle quali si parlava, nel senso: di problemi che interessano la gente, quella che non arriva alla fine del mese, era riconducibile alla difesa dei consumatori.
E se questi problemi sono oggi così evidenti, è probabilmente dovuto a due motivi principali.
Il primo, ed è noto, è che siamo e siamo stati governati da una banda di incapaci e disonesti, tesa solo a saccheggiare sistematicamente la cosa pubblica.  La seconda, è che le associazioni dei consumatori esistenti,  sono assolutamente inutili e addirittura funzionali al sistema.

Della prima cosa, peraltro, come ricordo personale, me ne ero reso conto autonomamente. Quando entrai dentro la camera dei deputati. Vedendo di come, nelle varie commissioni di riferimento, gli eletti del popolo ne sapessero meno di noi, che non eravamo poi neanche questi grandi tecnici. E mi domandai perplesso in quali mani eravamo.
Le associazioni dei consumatori, sono invece diventate un qualcosa di diverso, almeno in Italia, rispetto all’inizio.  Con i consumatori, infatti, si fa business.  In pratica, la strategia vincente in qualsiasi fenomeno dove sia predominante l’entusiasmo e l’idealismo, è introdurre i soldi.  
I fenomeni cambiano: sono stravolti nella loro matrice originaria per divenire la negazione di quello che erano.  Per esempio, almeno in Italia, le associazioni dei consumatori fanno tutto tranne che difendere i consumatori.

Ignorando, per ignoranza, di come a ogni problema volutamente ricercato da chi col problema ci guadagna, c’è un’alternativa.  È proprio per questo, chi ci guadagna, ossia il sistema, finanzia le associazioni dei consumatori ingenerando in quest’ultimi – nei consumatori – l’erronea convinzione di essere difese .. .  Guardiamo per esempio l’aumento del costo del petrolio.
Di per sé la cosa, anziché essere una tragedia, dovrebbe essere una cosa da valutare positivamente.  La benzina, infatti, checché se ne dica, è la maggiore causa di inquinamento.
Se quindi le associazioni dei consumatori non negassero il loro ruolo e se la politica, a sua volta, non ricevesse le indicazioni da chi ci guadagna, negli USA, che dominano il mondo, l’industria degli armamenti e quella del petrolio, finalmente questa fonte di energia assolutamente sbagliata, potrebbe essere sostituita.     Le alternative infatti esistono e sono, nell’immediato, i combustibili alternativi quali il metano e il gpl. Solo domani, le free energy e l’idrogeno.  Non a caso, invece, si è spostata l’attenzione del consumatore verso il biocombustibile, ossia quello che dovrebbe essere prodotto dalle eccedenze alimentari. E si è fatto presente, con dovizia di particolari, di come questa fonte alternativa, anziché difendere l’ambiente, lo devasta.

Paradosso dei paradossi, poi, è richiamata l’Amazzonia dove, come noto, la deforestazione è dovuta all’industria della carne.  Quindi anziché fare quello che avrebbero dovuto fare, le associazioni dei consumatori, ossia spingere affinché fossero effettivamente create le misure finalizzate a convertire l’alimentazione dell’intero parco macchine in metano o gpl, si plaude a misure ridicole finalizzate ad abbassare di qualche centesimo di euro il costo della benzina. O del gasolio, che oramai ha superato come numero di vetture, le auto a benzina  Oppure non si è proceduto a fare, con i milioni di euro introitati, grazie ai finanziamenti pubblici introitati di continuo, un motore di ricerca sistematico analogo a quelli già esistenti su internet e che indicano i prezzi minori di ogni mercanzia. Innescando con questo la concorrenza.

Per rimanere alle notizie di questi giorni, poi, di fronte al costo insostenibile delle vittime della strada, anziché procedere a tutelare in tutti i modi possibili queste, le associazioni dei consumatori si sono prestate con le compagnie di assicurazioni per ridurre al massimo il costo del risarcimenti. Eliminando l’assistenza degli avvocati.  E poi ci stupiamo di notizie folli quali quelle del ventenne che spinge la propria ridicola macchinetta a 200 km/h davanti alla scuola bus facendo poi una strage.    Esiste però tutto un mondo variegato che, seppure non catalogato come “associazione dei consumatori”, difende i consumatori. Non sapendolo, certe volte.  È questo mondo, di fronte a questa incapacità e di fronte a questa disonestà diffusa, ha il dovere morale di tentare di cambiare le cose.

Con i limitati mezzi a disposizione ma sapendo pure che Archimede già aveva detto: “datemi una leva e vi solleverò il mondo”.  In Italia, c’è stato un  ”coup d’Etat couvert”. Che ha levato ai cittadini inferociti la possibilità di poter sostituire questa classe dirigente, creando delle barriere insormontabili all’accesso di nuovi soggetti nell’agone politico.   In pratica, la stessa cosa che è successo con la Microsoft nel mercato del software.  I partiti sono stati aiutati in questo da soggetti che hanno sterilizzato l’opinione pubblica dandogli l’idea che stesse per arrivare il Messia, per esempio Beppe GRILLO.  Siamo tra quelli che, l’indomani del V-day, ha contribuito a organizzare l’incontro di piazza Farnese, cinque giorni in cui Beppe Grillo avrebbe potuto fare una rivoluzione e tutti gli italiani lo avrebbero seguito, noi per primi.  A questo punto, i giochi sono quasi fatti.  Abbiamo però visto come ultima possibilità, la possibilità di candidature, in fondo indipendenti, dentro alcuni partiti.  E abbiamo presentato spontaneamente alcune nostre candidature.  Se fossimo eletti, il nostro programma è quello che ormai da tanti anni, divulghiamo e patrociniamo, a nostre spese, senza nessun aiuto.  In quel caso, dai nostri forum e dei nostri siti, passeremo direttamente alla gestione della cosa pubblica.  È di questo, forse, vista la novità, scriverebbero i giornali: c’è qualcuno che difende i consumatori.

Cari Saluti da  Vittorio Marinelli
European Consumers

Risposta

Fulgido Vittorio,  la tua analisi è accurata  e le tue considerazioni  sensate, mi pare però  che se non ripensiamo il significato del  termine “consumatore” sarà difficile trovare un equilibrio fra le reali possibilità offerte dalla natura  (rapporto consumo-tutella delle risorse)  ed i diritti doveri e funzioni burocratiche in questa società,  troppo spesso -come tu dici-  retorica in enunciazioni simboliche poi rese inattuabili nella pratica…..  Usiamo il fiuto per capire  le vie della sopravvivenza quotidiana ed  andiamo avanti con European Consumers ed i “valori della dignità umana”. 

Ti ringrazio, caro Vittorio Marinelli,  per il lavoro che dedichi alla causa.

Tuo affezionato, Paolo D’Arpini

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