Scambio epistolare sul concetto di Spiritualità Laica
Gentile sig. D’Arpini,
Vorrei sottoporLe qualche mio pensiero in merito al concetto di spiritualità laica che Lei ha esaminato in diversi Suoi scritti presenti in rete. Io credo che l´uomo non possa prescindere da una dimensione spirituale dell´esistenza e tutti i tentativi che si sono fatti per eliminare tale anelito verso l´alto, inequivocabilmente presente nell´umanità, hanno prodotto obbrobri su un versante e il rafforzamento delle religioni rivelate sull´altro. Come fa allora un laico, che non vuole delegare il suo rapporto col trascendente a nessuno e tantomeno a chi accampa diritti di esclusiva col Padreterno, ad avvicinarsi allo studio di ciò che non appare ai nostri sensi eppure percepiamo col dubbio e col ragionamento? E´ possibile che la scelta debba essere, per un italiano, assoggettarsi ai dettami dogmatici della Chiesa Cattolica o rinunciare alla ricerca? Questo non capisco: perchè gli intellettuali ed anche i partiti laici non prendono atto che lo strumento della spiritualità laica esiste ed è la Massoneria?
Vorrei aggiungere anche che la spiritualità è per me quella branca della ricerca dell’uomo intima e personale che non si può giovare del metodo scientifico ma che comunque si effettua con l’indagine e può non essere solo un luogo del pensiero come ritengono in molti. Anche lì, come nella ricerca condivisibile (quella scientifica), ci sono delusioni e conquiste ed esiste un metodo tramandato dalla Massoneria e costituito da riti e simboli che aiuta nell’intento. A differenza delle religioni la Massoneria non impone dogmi e non si propone da tramite verso alcunchè ma dà agli uomini che partecipano ai lavori in Loggia la possibilità di specchiarsi l’un l’altro per guardarsi dentro e perseguire lo scopo di conoscere se stessi. Questo è l’unico scopo. Che c’è di più laico ed equidistante?: è il punto di vista del centro! In fin dei conti la Massoneria è forse l’unica idea di organizzazione di livello planetario che affratella gli uomini lasciando libere le coscienze.
In quanto alla questione degli intellettuali e dei partiti laici che dovrebbero prendere atto di tutto questo è chiaro che se loro lasciano alla religione la “gestione” di quell’anelito verso l’alto presente nella generalità degli uomini, a difendere la laicità in maniera profonda e convinta, cioè senza doversi conformare in ultima analisi ad una lettura dogmatica della realtà, rimarranno solo gli atei e non credo che questo sia nell’interesse della cosiddetta Società Laica. E non basta contrapporre al sistema strutturato della religione, generiche possibilità alternative di tipo personalistico, perchè questo significa in pratica lasciarle l’egemonia. In altre parole ritengo che serva una presa di coscienza da parte della parte laica della politica. Presa di coscienza che poi si può calare negli atti con modalità tutte da stabilire e che vengono in un secondo momento. L’importante è che si giunga alla consapevolezza che data la presenza, nella maggioranza degli uomini, del desiderio di spiritualità, se se ne lascia la gestione in esclusiva alla Chiesa Cattolica, hai voglia a far leva sul concetto di laicità, quando nel profondo gli uomini, alla fine, di fronte ai problemi esistenziali, trovano solo la Chiesa a dare risposte!
In tali condizioni il pensiero laico è destinato a restare largamente minoritario. La conclusione logica per me è che la parte laica della società, appunto, dovrebbe curarsi delle strutture dove è coltivata la spiritualità laica ed io, che di queste ne conosco solo una, dico che tale attenzione dovrebbe essere prestata alla Massoneria o, almeno, anche ad essa. Cordiali saluti.
Danilo Di Mambro – Roma
Risposta
Gentile signor Danilo Di Mambro,
Spiritualità Laica è chiaramente un’immagine, un concetto, in cui inserire tutte quelle forme naturali di “spiritualità” sperimentate dall’uomo. Siamo consapevoli di muoverci all’interno della concettualizzazione dobbiamo perciò far riferimento all’agente primo evocato con l’idea di spiritualità.Se partiamo dalla comprensione di ciò che viene osservato -esterno od interno- non possiamo far a meno di riscontrare che ogni “percezione” avviene per tramite della mente. La mente non può esser definita fisica, anche se utilizza la struttura psicosomatica come base esperenziale, la natura della mente è sottile, è lo stesso pensiero, ed ogni pensiero ha la sua radice nell’io. Quindi l’unica realtà soggettiva ed oggettiva attraverso la quale possiamo dire di essere presenti è questo io. Chiamarlo “spirito” è un modo per distinguerlo dalla tendenza identificativa con il corpo, ed è un modo per ricordarci che la “coscienza” è la nostra vera natura. Quell’io – o spirito- che è la sola certezza che abbiamo, è l’unica cosa che vale la pena di conoscere e realizzare. Malgrado la capacità proiettiva della mente, capace di dividersi in varie forme, mai può scindersi quell’io radice, quello spirito. L’io è assoluto in ognuno. Allora la spiritualità è il perseguire coscientemente la propria natura, il proprio io. Spiritualità laica è il riconoscere questo processo in qualsiasi forma si manifesti.
C’è equanimità e distacco, non proselitismo sul metodo praticato (appendice marginale della ricerca). Questa visione laica ha in sé una capacità sincretica ma anche la consapevolezza dell’insignificanza della specificità della forma in cui l’indagine si manifesta. Si comprende che ogni “modo” è solo un’espressione dello stesso processo in fasi diverse. Il percorso cambia con le necessità del momento e con le pulsioni individuali.
E’ la sincerità, onestà, perseveranza, che importano. Non ci sono pensieri, gesti, riti, dottrine da privilegiare. I flussi passano la sorgente è perenne. Sii ciò che sei, diceva un saggio dell’India, ed uno dell’occidente rispose: Conosci te stesso. Lei, caro Danilo, mi comunica la sua esperienza spirituale attraverso la via massonica. Va bene. In questo girotondo intorno al Sé ogni strada è buona per stare in cerchio. Ma per uscirne fuori..? Mi dica caro Danilo, le occorre una conferma al suo esistere? No di certo, perché lei lo sa da sé senza ombra di dubbio. Questa coscienza-esistenza non è massonica, cristiana, buddista, sciamanica, zingara o chissà che, è la vera ed unica “realtà” condivisa da ognuno. A che pro quindi ricercare un riscontro esterno - mascherato da riflessione- se ci separa nello spirito? Le etichette sono inutili.
Cari saluti e grazie per avermi scritto e letto, P.D’A.
25 febbraio 2008 alle 08:47
Gentile sig. D’Arpini,
il mio vuole essere un discorso più che altro politico che individua, o tenta di individuare, la convenienza della cosiddetta società laica a che la Chiesa Cattolica non abbia in esclusiva la gestione del desiderio di spiritualità presente nell’uomo. Evidentemente ho aggiunto dei “fronzoli” che hanno fatto perdere il succo di quello che intendevo dire.
25 febbraio 2008 alle 09:58
Per quanto riguarda il tema che cos’è la Spiritualità Laica credo che la spiritualità e quindi il desiderio di spiritualità esista nell’uomo da prima della Religione e, ovviamente, della Libera Muratoria (è una banalità ma serve per spiegare il mio punto di vista). E’ un qualcosa di primordiale che è stampato nel nostro DNA e qua e là, nel corso dei secoli, qualcuno ha ritenuto di averlo decifrato, in tutto o in parte, ed ha cercato di spiegarlo al suo prossimo. E mentre le spiegazioni e le rivelazioni prendevano corpo e si strutturavano, chi deteneva il potere cercava di usarle per controllare le masse: così sono nate le Religioni. Culture e religioni sono cresciute insieme e le une hanno creato le altre e viceversa in una interazione del tutto reciproca. Così avviene che fin quando gli uomini hanno fede nelle spiegazioni e rivelazioni che li accompagnano dalla nascita alla morte, tutto va bene, ognuno sta al suo posto e tutto funziona. Funziona nel senso che esiste un ordine ma di uomini realizzati ne appaiono pochi e la specie non ci fa una bella figura. Il problema nasce quando qualcuno dice: se il messaggio (la Verità) è “scritto” dentro di me, perchè non dovrei poterlo “leggere” direttamente? Questo, secondo me, è lo spirito del massone e il senso della Massoneria.
Cordiali saluti.
Danilo Di Mambro
29 febbraio 2008 alle 00:32
Ciao Paolo!
Sono entrata nel sito del Circolo Vegetariano e così ho potuto leggere lo scambio di opinioni tra te e il signor Danilo sulla spiritualità laica, trovandolo molto intrigante, come dici tu per l’appunto.
Non ho capito cosa intendesse per Massoneria il signore che ti ha scritto. In questi momenti mi dispiace sentirmi così distante intellettualmente e grammaticalmente da non poter comprendere meglio certi discorsi così sofisticati su degli argomenti che suscitano anche in me un notevole interesse. In genere con l’aiuto del fido vocabolario e delle ricerche su internet, imparo molte parole e concetti nuovi, grazie proprio ai testi più difficili, ma qui dove già i concetti sono forse troppo complessi per riuscire a descriverli con semplicità, faccio doppia fatica.
La tua risposta, per me, era un po’ più semplice da capire, perché il mio percorso di vita mi ha portato a simili percezioni interiori. Mi è piaciuto molto come hai esposto le tue idee. Anche il signor Danilo scrive molto bene ma, nonostante tutto, non ho ben compreso cosa centri la politica e la massoneria con la spiritualità.
Certo che se Dio ci ha dato la facoltà di porci tutte queste domande su di Lui, una valida ragione ci sarà pure.
Sto provando a rileggere più volte ambedue i punti di vista, ma forse sarà meglio chiacchierare di persona, se un giorno avrai la pazienza di ascoltare le mie domande. Magari si aggrega anche il signor Danilo a uno degli incontri organizzati dal Circolo Vegetariano; sarebbe bello e doppiamente intrigante!
Se poi, non dovessi avere più bisogno del vocabolario in quell’occasione, lo userò come sgabello, mi ritornerebbe utile comunque!
Ringrazio ambedue per gli spunti di riflessione trattati in questa circostanza e spero che continuerete a parlarne, in modo da darmi l’opportunità di approfondire l’argomento.
Cordiali saluti.
Elke
3 marzo 2008 alle 17:48
In relazione alle lettere dei Sig.ri Di Mambro e D’Arpini sul sito: http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/lettere-inviate-e-ricevute/
Il Libero Pensiero, avendo una scuola nella Massoneria, può contribuire molto per ottenere miglioramenti spirituali e materiali nella nostra società globale.
Il Libero Pensiero, l’opposto del pensiero fisso che inesorabilmente è ogni volta destinato a finire, si adatta e crea la possibilità di cambiamento, si svolge trasversalmente e scava con energìa irrefrenabile nella coscienza delle persone.
Il Libero Pensiero è “perfettibile” e mai viene considerato “perfetto”, scorre come l’acqua nel fiume senza fermarsi (panta rei) e quando si scontra con qualche ostacolo (dogma o pensiero fisso) cercherà di spostarlo, di scavarlo, di logorarlo, di passarci sotto, dai lati o sopra innalzandosi …, la Massonerìa quindi, basando la propria filosofìa sulla libertà di pensiero, rappresenta una forza spirituale fondamentale per un cambiamento positivo della società come tra l’altro è già avvenuto nella storia italiana dove la forza di pochi, Garibaldi e i suoi Mille, ha reso possibile l’unità del paese.
La stessa Costituzione italiana risponde ai principi di libertà ed uguaglianza ereditati dalla rivoluzione francese. L’avvento delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, la sconfitta delle dittature naziste, fasciste e comuniste sono senza dubbio frutto del Libero Pensiero, di una spiritualità laica che di continuo subisce il rifiuto e la negazione da parte di chi professa il pensiero fisso per convenienza o perché si illude di avere in tasca la verità.
Il Libero Pensiero è planetario, esiste, magari nascosto, anche nei paesi sotto regimi dittatoriali o fortemente repressivi, il libero pensiero non si può ammazzare, la persona sì, come Giordano Bruno che resistendo alle terribili torture fino alla morte, portò il suo pensiero attraverso i secoli fino a noi.
Certo, anche la Massonerìa è un’etichetta, come lo sono le religioni, i partiti politici, etc., ma è una di quelle poche, pochissime etichette che coltiva appunto una spiritualità libera, è una scuola dalla quale gli apprendisti escono con le loro idee avendo imparato ad agire per un mondo migliore, basato sulla libertà, sull’uguaglianza e la fratellanza.
Un libero pensatore è ben conscio di rimanere sempre un apprendista anche quando ha raggiunto le più alte vette della filosofia, è agnosta, cioè umilmente ammette di non sapere.
Nella Massoneria si formano spiriti liberi, non per guerre, rivoluzioni, rumorose manifestazioni di piazza, ma naturalmente i massoni possono agire come tutti gli altri esseri umani… .
C’è chi non ha bisogno di etichette e che ugualmente vive e propugna i suddetti principi per favorire la libera espressione ed organizzarsi per ottenere una convivenza con diritti civili ed umani uguali per tutti, in questo la Massoneria universale può dare un forte contributo.
Un anziano massone disse un giorno:”Non è necessario che ci si iscriva alla Massoneria, l’importante è essere libero pensatore.”
Peter Boom.
6 marzo 2008 alle 22:36
per Paolo D’Arpini..
Spiritualità Laica il “buco nero” dello Spirito.
Haiahai, chi potrà mai sapere la verità?
E’ stata tutta “colpa” dell’ADN-kronos……..
Per la vostra esilarazione potrei raccontarvi come nacque questo filone della “Spiritualità Laica”. Ricordo che eravamo in un’assemblea di vari cercatori spirituali, nella vecchia sede del Circolo vegetariano di Calcata, molti molti anni fa, e cercavamo un modo di esprimere la sensazione, l’idea, di sincretismo e spiritualità naturale dell’uomo, unificando in una parola od in un motto l’immagine evocata, ad un certo punto Antonello Palieri commentò: “insomma sarebbe come parlare di una spiritualità laica…”. Quella fu un’ottima intuizione, fummo tutti d’accordo (io e gli altri).
Sì proprio così, avvenne che da quella battuta estemporanea, utile a chiarire l’immagine di un approccio “libero” alla spiritualità naturale dell’uomo (ricordo anche l’altro nome “Spirito senza Frontiere” ma “Spiritualità Laica” è meglio) nacque una nuova onda… da quell’intuizione ironica per descrivere il moto spontaneo “individuale” verso lo Spirito e nello Spirito e dello Spirito. Spiritualità Laica dunque. E qui inserisco un mottetto sul personaggio Paolo D’Arpini, che si atteggia a spiritualista laico.
Ho un cavallo per veicolo
sempre pronto
ad abbandonare armi e bagagli,
una capra, baldanzosa scudiera,
che piange e ride e
un io-scimmia cavaliere, alquanto saggio,
con una spada di latta
che va bene solo per le sculacciate,
tanto è poco marziale…….
P.D’A.